LECCO – L’Osservatorio sulla congiuntura di Confindustria per settembre 2020 osserva che “Il dettaglio per le province di Lecco e di Sondrio è in linea con il quadro complessivo”.
L’indicazione prevalente di contrazione degli indicatori rilevata per le tre province – Lecco, Sondrio e Como – considerate nel loro complesso, si rispecchia nei dati riguardanti i territori di Lecco e di Sondrio.
“Lo scenario locale in rallentamento è coerente con il sentiment e le tendenze che stiamo rilevando nelle ultime settimane sia sui territori sia a livello nazionale – evidenzia il 0residente di Confindustria Lecco e Sondrio Lorenzo Riva – e, sebbene le valutazioni riguardino indicatori qualitativi, che non esprimono dunque l’entità delle variazioni, è chiara la conferma di un quadro estremamente complesso”.
“In questo senso – continua Riva – sono significative le previsioni per le prossime settimane, in discesa per oltre un’azienda su cinque nelle nostre due province, e la valutazione sul fatturato dei primi nove mesi dell’anno confrontato con quello dell’analogo periodo 2019, che è negativa per oltre due aziende su tre. Del resto, il rallentamento della domanda interessa il mercato domestico tanto quanto il business su quelli internazionali, andando ad influire negativamente su uno dei principali driver di sviluppo del nostro sistema produttivo, ovvero sull’export”.
“Le maggiori preoccupazioni che animano il mondo delle imprese sono ovviamente legate alle incognite della tanto temuta seconda ondata della pandemia, che si sta manifestando proprio in questi giorni, con le inevitabili ricadute a livello sanitario, oltre che le ulteriori difficoltà per le imprese e per gli scambi internazionali”.
“Per il momento il quadro occupazionale delle aziende del nostro territorio risulta principalmente caratterizzato da stabilità, indicata da quattro aziende su cinque, ovvero nell’80% dei casi – commenta il direttore generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori – ma si riscontrano purtroppo anche indicazioni di diminuzione degli organici, segnalate dal 13,3% del campione”.
“Va anche detto, prosegue Sirtori – che nel mese di settembre si rileva un ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle aziende limitato al 16,7% delle imprese aderenti al nostro osservatorio e che le previsioni formulate per le prossime settimane non lasciano presagire un ulteriore aggravarsi della situazione. Ovviamente nei prossimi giorni e settimane sarà determinante l’evoluzione della pandemia, che sta colpendo in modo particolarmente duro la nostra Regione, mettendo alla prova popolazione e imprese che, dal canto loro, non hanno mai diminuito e, anzi, hanno implementato le già rigide misure per il contenimento adottate nel perimetro di fabbriche ed uffici”.
Sul fronte degli ordini, per le realtà lecchesi e sondriesi si conferma la prevalenza dei giudizi di diminuzione rispetto a quelli di aumento; risulta per contro più limitato il divario tra la quota di aziende che indicano una contrazione della domanda e quella delle imprese che segnalano, invece, una crescita.
Nel dettaglio gli ordini a livello interno sono comunicati in diminuzione nel 36,5% dei casi, si mantengono stabili rispetto a luglio nel 33,8% mentre crescono nel rimanente 29,7%.
Sul versante dell’export si registra una riduzione degli ordinativi per il 37,2% delle imprese, stabilità per il 37,1% e aumento per il 25,7%.
Il quadro delineato dai giudizi delle imprese di Lecco e Sondrio sulla produzione risulta caratterizzato da una generale stabilità. L’indicazione prevalente per la produzione è quella riguardante il mantenimento dei livelli, segnalato dal 43,8% del campione. In caso di variazione, i giudizi di diminuzione (27,4%) e di aumento (28,8%) assumono entità simili e si bilanciano.
Per quanto riguarda il tasso medio di utilizzo degli impianti il dato si attesta al 74,2%. Per le imprese delle due province non si registrano particolari differenze né a livello dimensionale (75,7% per le imprese medie e 72,6% per quelle fino a 50 occupati), né suddividendo il campione in base ai settori di attività (77,3% per le metalmeccaniche, 76,7% per le tessili e 69,1% per gli altri settori).
I dati riguardanti il fatturato raccolti per le realtà di Lecco e Sondrio confermano il quadro generale e mostrano, sia a livello interno, sia per le vendite oltre i confini nazionali, una maggior incidenza di giudizi di rallentamento rispetto a quelli di aumento.
Il fatturato in Italia è considerato in diminuzione dal 37,3% delle aziende, in aumento dal 33,3% e stabile dal 29,4%; l’export è segnalato in contrazione per il 41,4% delle imprese, stabile per il 34,3% mentre in aumento per il restante 24,3%.
Si attesta al 32% la quota di aziende che comunicano di dover gestire, con i propri clienti, situazioni di insolvenza o di significativi ritardi nei pagamenti.
Sul versante delle previsioni, il quadro per le sole aziende lecchesi e sondriesi è sostanzialmente sovrapponibile con quanto rilevato a livello congiunto per i tre territori; a fianco del 63,5% di realtà che indicano di non attendere, per le prossime settimane, particolari variazioni del proprio business, il 20,3% prospetta un rallentamento mentre il 16,2% segnala un possibile incremento.
Anche per il campione delle realtà di Lecco e di Sondrio è rilevabile una scarsa visibilità sugli ordini che supera il trimestre solo nel 16,3% dei casi mentre è di poche settimane (intervallo di tempo inferiore ad un mese) nel 37,8%.
Sul versante dei costi associati all’approvvigionamento delle materie prime, per il campione delle imprese di Lecco e di Sondrio si conferma una fase di diffusa stabilità.
Per quanto attiene i rapporti con gli istituti di credito e la liquidità, il quadro a livello lecchese e sondriese assume gli stessi toni di quelli esaminati congiuntamente; prevale, anche in questo caso, il giudizio improntato alla stabilità delle condizioni applicate dagli Istituti di credito, segnalato dal 92% del campione. Il restante 8% di aziende si divide equamente tra miglioramento (4%) e peggioramento (4%).
In materia di occupazione, lo scenario delineato dalle realtà lecchesi e sondriesi risulta caratterizzato da un diffuso giudizio di conservazione dei livelli, così come segnalato da quattro imprese su cinque (80%), nonostante sia rilevabile, in caso di variazione, una maggior incidenza dei giudizi di riduzione (13,3%) rispetto a quelli di crescita (6,7%). Le previsioni espresse riguardo l’andamento dell’occupazione nei mesi finali del 2020 confermano sostanzialmente il quadro tracciato per settembre. A fianco dell’80% di giudizi di stabilità, è attesa diminuzione per il 14,7% del campione mentre un amento per il restante 5,3%.
Se guardiamo, infine, agli effetti del Covid-19 sulle aziende nei primi nove mesi dell’anno, la situazione rilevata per le sole aziende di Lecco e Sondrio rivela una contrazione del fatturato per oltre due terzi del campione (67,6%), livelli stabili per il 18,9% mentre una crescita per il restante 13,5%.