ORDINANZA ANTI ALCOLICI,
TREZZI: “POLIZIA OVUNQUE COME
PIACE A SINDACO E ZAMPERINI”

Cara Lecconews
Una nuova ordinanza anti-alcol del Sindaco, con evidente imboccamento del Prefetto, questa volta per il Viale Turati e soprattutto i giovani è, in primis, oltre che una mancanza di idee, la sostituzione della polizia all’amministrazione.

Ancora una volta Gattinoni affronta uno dei temi della sua campagna elettorale, piena di vuoti slogan: “la Comunità educante”, saltando la concretezza e – per le politiche della notte, derubricandola a un tema di ordine pubblico

Zero responsabilizzazione e coinvolgimento dei commercianti, solo divieti e chiusure, zero educazione al consumo consapevole, solo divieti, zero coordinamento con le scuole e le famiglie – perché entrare nelle scuole non è andarci coi cani o i kit del piccolo chimico – zero alternative per il divertimento e il tempo in città…

Solo ordinanze contro il bere fosse pure acqua nelle borracce

Solo pattuglie di polizia ovunque e sempre. Che infatti piaccion tanto anche al consigliere Zamperini. Che le vorrebbe anche in bagno insieme all’esercito.

Pattuglie consapevoli si spera dei limiti dei loro compiti e di non dover supplire alle mancanze di idee e di capacità dell’amministrazione.

Non c’è più nemmeno la voglia di preferire uno stato liberale a uno stato di polizia. Massima o peggio unica aspirazione il decoro urbano. Preferibilmente in centro.

Valorizzazione degli spazi, politiche dell’ascolto e dei desideri, patti di corresponsabilità, riduzione del danno… No è più facile la repressione.
Manco funzionasse.

Possiamo pensare insieme a loro un quartiere, una città, un oratorio, un non-luogo dove fare musica, ballare, ri-trovarsi, re-inventarsi, sperimentare, senza spendere 50 euro a sera in fintoesclusivi e fintoaggreganti locali e luoghi demmerda?

Siamo davvero combattuti per dare una generazione tutta per persa o per perderla ancor di più?

Manco la repressione funzionasse.

“Guarda che posto di merda! E abbiamo combattuto tutta la notte per ritornarci” (cit.)

Paolo Trezzi

 

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