NUOVO MUNICIPIO DI LECCO.
VALSECCHI “AVETE GIA SCELTO”,
BOSCAGLI “NON È UN LAVATOIO”,
E I DEMOCRATICI SI SPACCANO

LECCO – Il tema del nuovo Municipio di Lecco portato martedì sera in Consiglio Comunale sotto il cappello del “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2021 – 2022 – 2023. Variazione” e delle “Variazioni al Bilancio di Previsione 2021-2022-2023 e documenti programmatori”.

Ad introdurre la trattazione e sostenere l’esigenza di un nuovo Municipio, ma non più in via Marco d’Oggiono, interviene direttamente il sindaco Mauro Gattinoni prendendo la parola all’assessore competente Maria Sacchi.

Col pieno il sostegno degli alleati il primo cittadino ottiene così il voto richiesto, ma oltre alla netta contrarietà delle minoranze deve registrare gli scricchiolii creatisi nelle fila del Partito Democratico con la presidente del consiglio Francesca Bonacina – già vicesindaco di Virginio Brivio all’epoca dell’acquisto dell’ex sede del Politecnico – che lascia l’aula. Assenti tra i dem anche Clara Fusi e Giovanni Tagliaferri.

Contrarissimo al cambio di obbiettivi Corrado Valsecchi, anche lui in prima linea da assessore quando si trattò di ragionare sul palazzo ora bocciato. “Non ne avete parlato in campagna elettorale perché in quel caso non avreste avuto il nostro sostegno e di conseguenza lei, sindaco, oggi siederebbe sui banchi della minoranza – ha debuttato il civico -. Il progetto di oggi sconfessa Brivio e mi chiedo come possiate non vergognarvi. Non state valutando nulla, avete già scelto di spostare la sede alla ex Deutsche Bank, giocate d’azzardo condizionati da relazioni recenti e pericolose“.

Duro e dettagliato anche l’intervento di Filippo Boscagli per Lecco Ideale (di seguito riportato integralmente).

Difficile, davvero difficile, trattare il tema epocale di stasera in una sola seduta al termine di una sola settimana da una sola commissione effettuata.
In un solo banale punto, il Piano delle Alienazioni, ci troviamo a trattare una serie infinita di grandi temi per la politica e la gestione dell’amministrazione lecchese: Il ruolo del Comune nell’intervenire in Società. Le priorità del ventennio 2020-2040 per la Città di Lecco Il tema dei finanziamenti e la sostenibilità dei mutui per i nostri Bilanci. Entrando poi nel tema di merito della reale utilità per noi e per Lecco di acquisire un determinato immobile.

Ripartiamo dalla doverosa constatazione che il più grosso progetto degli ultimi anni è stato trattato come la compravendita dei lavatoi nei quartieri, lo abbiamo detto in Commissione lo ripetiamo in aula. Tra le pieghe della banalità di un piano delle alienazioni avete infilato un evento epocale per noi e la prossima generazione di Lecchesi. Perché a meno che davvero qualcuno pensi che stasera parliamo dei soliti lavatoi per il solo fatto che stasera si Vende e non si compra, di questo parliamo e così recita il quadro economico presentato, una spesa che si ripercuoterà pesantemente per i prossimi 20 anni sulle casse comunali.

Questo avviene dopo aver sentito per anni demonizzare i mutui sulle opere con inversione di rotta a 180 gradi e la presentazione di un piano di finanziamento 20ennale peraltro decisamente ottimistico. Ottimistico perché via Roma 51 ci insegna quanto quello che abbiamo in mano valga molto meno per il mercato attuale rispetto al desiderio che avrebbero i nostri bilanci e i sogni di chi amministra. Purtroppo non c’è valorizzazione dei nostri Palazzo Bovara, Sassi e Marco d’Oggiono che possa assicurare una serena operazione finanziaria senza snaturare completamente la natura della loro destinazione, i loro vincoli e snaturando il contesto in cui sono inseriti. Ma soprattutto la storia ci insegna che come la città non vendeva via Roma, così non vendeva nemmeno i lavatoi, l’esperienza ci dice di non affidarci al Piano delle Alienazioni per sostenere le spese, tanto più se multimilionarie!

Ovviamente a chi non piacerebbe rivedere viva Piazza Garibaldi, il Palazzo della Banca popolare di Lecco tornare in uso, colmare un buco nero del centro con nuova linfa. A me per primo la cosa può entusiasmare, così come il desiderio di tanti lecchesi coincide con l’aspettativa di rivedere i Palazzi del Centro protagonisti, certamente più amati del palazzo mai troppo amato in cui ci troviamo.

Però aggiungiamo alcuni elementi, banalmente sarà davvero così? Qualsiasi operazione immobiliare deve avere la prospettiva di decenni, con una parte del mondo che va verso il lavoro agile, lo smart working, ci immaginiamo gli uffici comunali totalmente in presenza nel 2030/2035? Per ridare vita ad una Piazza siamo sicuri che popolarla di attività della PA, che ha orari d’ufficio di circa 36 ore settimanali senza aperture nel tardo pomeriggio o fine settimana. Ma soprattutto, di fronte ad una difficoltà del sistema finanziario e immobiliare il ruolo del Comune è sostenere le attività o sostituirsi a loro? Altrimenti avvalliamo l’idea che se un’azienda va male, una società professionista sportiva va male, una famiglia va male, il Comune debba sostituirsi all’iniziativa dei cittadini, alla responsabilità delle persone quando il ruolo dell’Amministrazione e della politica in generale è aiutare i propri cittadini sostenere le persone e le attività in difficoltà, creare il contesto in cui queste possano nascere crescere e fiorire non sostituirsi.

Ma soprattutto, per la nostra realtà di oggi, siamo in grado di sostenere un’operazione del genere?
Ricordiamo di cosa parliamo un investimento di 25 milioni di euro, forse a fine investimento di 30/35, a star bassi 4 volte l’intera riqualificazione del Bione, 10 volte Villa Manzoni, 100 (cento) volte la riqualificazione della scuola Infanzia S.Stefano.
La più importante operazione immobiliare amministrativa del secolo infilata nelle pieghe di una commissione e messa al voto nel giro di una settimana.
Decine di milioni di euro per Lecco sono una cifra immensa, quando non riusciamo a gestire piccole e grandi operazioni che si trascinano da anni (non solo Bione, pensate al depuratore, la viabilità, la mancanza di servizi nei quartieri o il degrado nei cimiteri, le palestre delle scuole..).

Non replico la questione del dubbio gusto di cercare di rivendere a prezzo maggiorato un immobile che Regione Lombardia ha concesso a prezzo calmierato creando plusvalenze…
Rimango attonito dal fatto che chi ha gestito l’operazione pochi mesi fa, quella stessa maggioranza e quelle stesse persone, ora avvalli il suo esatto opposto senza colpo ferire, chiedendo finanziamenti per milioni di euro, mutui!!, e facendo del comune il primo immobiliarista della città. Anche se è davvero difficile pensare che chi amministrava gli scorsi 5 anni possa tollerare termini e modi usati contro la precedente amministrazione. E le assenze di questa sera parlano più di quanto possa fare l’opposizione!

Non discuto del fatto che il Comune abbia necessità di una sede istituzionale degna del suo rango e Marco d’Oggiono forse non la rappresenti, ma una l’abbiamo e per la rappresentanza potrebbe essere usata senza investire decine di milioni, e si chiama Villa Manzoni.

Peraltro i vincoli del futuro acquisto ricadrebbero su anni e anni di mancati investimenti, metteremmo anche sulle prossime amministrazioni un peso davvero pesante, come se il classico Buon Padre di Famiglia che ha appena acquistato un appartamento e contestualmente deve cambiare la macchina, pagare l’istruzione ed il dentista dei figli, programmare alcune spese e pensare a qualche possibile emergenza straordinaria, decidesse di investire in una villa splendida con il giardino rimanendo poi completamente al verde e bloccato con ogni altro intervento famigliare per 20 anni.

A quel punto i famigliari chiederebbero semplicemente una cosa:
Perché?
Ed è alla fine la vera domanda che ci poniamo oggi di fronte ai modi, i tempi, le priorità.
Perché?

 

La videoregistrazione del Consiglio Comunale del 2 novembre.
Il dibattito sul nuovo municipio inizia a 1:16′.