ROMA – La Cassazione conferma l’associazione mafiosa per Palermo, Bongarzone e Nania, i tre imputati dell’inchiesta “Metastasi” che fece di nuovo luce sulla presenza della ‘ndrangheta nel lecchese e sui contatti del clan Coco Trovato con la politica locale.
La V sezione penale del massimo tribunale ha confermato quindi la sentenza della I corte d’Appello di Milano e ha chiuso il processo “Metastasi bis”. Per Ernesto Palermo, consigliere comunale di Lecco eletto col Pd e passato al gruppo misto e insegnante in un istituto tecnico di Morbegno, la condanna è di 10 anni e 4 mesi; per Alessandro Nania 7 anni, 9 mesi e 10 giorni; per Claudio Bongarzone 7 anni.
La vicenda esplose il 2 aprile 2014 con gli arresti di alcuni esponenti del clan ‘ndranghetista e alcuni politici locali – Palermo appunto, e l’allora sindaco di Valmadrera Marco Rusconi -. I tre scelsero il rito abbreviato e un anno dopo, il 17 aprile 2015, il gup di Milano Roberto Arnaldi derubricò il reato di Palermo da associazione per delinquere di stampo mafioso ad associazione semplice, riducendo le pene (4 anni e 6 mesi quella per Palermo). Nel maggio 2016 la II sezione della Cassazione presieduta dal magistrato Piercamillo Davigo accolse il ricorso del pm Bruna Albertini e annullò la sentenza rinviando gli atti in Appello chiedendo di riconsiderare l’associazione mafiosa. Così è successo: a febbraio scorso la nuova sentenza stabilì pene più severe ritenendo i tre imputati sodali del boss Mario Trovato.
Bongarzone e Nania finirono in carcere, con quest’ultimo che ha ormai scontato quasi per intero la pena. Restò libero il consigliere comunale ma con la sentenza passata in giudicato difficilmente potrà esimersi dalla custodia.
> IL PROCEDIMENTO METASTASI dall’archivio di LeccoNews