LETTERA: SANDRO MAGNI,
“CONTO SALATO E LISTE D’ATTESA
PER GLI ASILI NIDO IN CITTÀ”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Sandro Magni.

Delle liste di attesa non si parla quasi mai, soprattutto a Lecco. Si magnifica sempre qualcosa d’altro. Anche nel caso in cui sia possibile ricavare dati ed osservazioni utili. Eppure le liste sono una cosa importante analiticamente non solo per la Sanità ma anche nel caso di specie ovvero gli Asili Nido.

Sicuramente la Regione Lombardia conferisce ai genitori dei bambini da 0 a 3 anni che frequentano gli Asili Nido della Regione un sostanzioso contributo che azzera le agevolazioni previste dai Comuni. A Lecco si contano da moltissimi anni solo due asili Nido Comunali: L’arcobaleno di Via Ghislanzoni 73 a Pescarenico e L’Arca di Noé di via Adamello 15 a S. Giovanni.

La politica sociale di questi ultimi anni in piena continuità con quella precedente è stata caratterizzata dalla più spinta privatizzazione attraverso l’accreditamento e, più raramente, il convenzionamento di strutture: pensiamo al Ritrovo in particolare e alla proliferazione in questo modo di Centri giochi soprattutto accreditati e aperti presso le Parrocchie con lo scopo di sostituire più che di integrare il servizio del Nido. Esiste poi un nuovo Nido presso l’Azienda Ospedaliera sorto come nido aziendale che però non fruisce al momento dell’accreditamento. E di cui si sa molto poco.

Si sa inoltre che i nidi di Lecco, pagano una rette media molto elevata e tra le più care d’Italia, 385 euro mensili di contro a una media italiana di 270 euro sulla base di una recente indagine della Uil.
Rette non da poco. Che possono però essere calmierate dai contributi regionali. Che raggiungono un numero sempre più considerevole di bambini, famiglie, strutture e Comuni.
Una cosa è certa, anche se concettualmente discutibile, in economia; la legge della domanda, almeno in termini microeconomici, lega la quantità dei beni al prezzo dello stesso. Più il bene ha un prezzo basso più aumenta la quantità domandata.

Sulla base di questa relazione la domanda aumenta e con essa le file, che se già in passato numerose, per chi voleva far frequentare il Nido al proprio neo-venuto, ci risulta siano aumentate. Serve quasi un anno dall’iscrizione per vedere frequentare il proprio giovanissimo figlio, e questo nonostante l’aumento dell’offerta attraverso nuovi Nidi privati e soprattutto Centri Giochi.

Non già che l’intervento della Regione non sia in sé meritorio, ma è evidente a tutti come non basti; non basta infatti dare un contributo che azzera la retta se poi si creano file lunghissime. Ciò che serve è allargare l’offerta e l’unico modo di farlo è creare nuovi Nidi. Lecco ha una percentuale di iscrizioni /frequenze molto bassa e di gran lunga inferiore agli standard europei cui dovrebbe tendere. Sarebbe necessario per avvicinarci a questi standard una cosa sola: costruire nuovi nidi pubblici. Azzerare le rette non basta! Serve solo in gran parte ad aumentare le liste di attesa.

Sandro Magni