LECCO 2020: “INCRESPATURE”.
TRA PIAZZA E LA PIAZZA,
CULI AL CALDO E QUEL “MINI”
PROBLEMA DEL GOVERNARE…

È solo un’increspatura. Chi legge la questione Lecco2020 come il solito gioco tra (e dentro) centrodestra e centrosinistra, sta guardando solo la superficie.
Perché sotto il pelo dell’acqua si agita qualcosa si più.

Certamente rimangono da sciogliere alcuni nodi preliminari.
Nel centrodestra, su tutto, la volontà di correre alle elezioni uniti, senza frequentare gli errori del passato che hanno fatto (ri)vincere Virginio Brivio cinque anni fa.

Ma non solo: nella Lega avranno la meglio i “collaborazionisti” con Forza Italia o quella pattuglia di “culi al caldo” (parlamentari e consiglieri di amministrazione) che preferiscono il tanto peggio tanto meglio, ovvero un’ennesima sconfitta – al grido di “Lega sola al primo turno!” – che non faccia apparire nuovi astri nascenti sul palcoscenico politico lecchese?
E non basta: come si determineranno gli equilibri tra partiti? Daniele Nava e Mauro Piazza riusciranno ancora a costruire una lista del 15% partendo dalla sgangheratissima Forza Italia, tallonata a suon di voti da Fratelli d’Italia (non più Cenerentola, nel post Zamperini)?

Nel centrosinistra c’è la piazza, la Piazza e forse anche proprio Piazza che dialoga col centro (più che con la sinistra). Delirio? No, stato delle cose. La piazza nel senso della “ggente” più autenticamente progressista vorrebbe una svolta, uno scatto, un “dite qualcosa di sinistra” di morettiana memoria; ma quando guarda in faccia i suoi rappresentanti ufficiali vede qualcosa di diverso…

Ed ecco allora la Piazza (nel senso di Simona, assessora alla cultura non tesserata PD) che potrebbe pensare a candidarsi magari in forma civica, magari a supporto di altri, comunque in posizione certo meno paludata dei suoi compagni (solo di giunta) odierni.

Infine Piazza (nel senso di Mauro, sornione saltafossi che formalmente sta a centrodestra, quasi ufficialmente dialoga a distanza con Corrado Valsecchi, informalmente chissà…). parla a destra e a manca di arti & mestieri ma non si capisce bene cosa intenda; se l’arte dell’essere sempre sulla cresta dell’onda e il mestiere della politica oppure le antiche corporazioni. In questo secondo caso, cavar fuori un candidato che piaccia a sinistra e a destra è una vera impresa – e Lecco2020 è ormai a meno di un anno.

Increspature a iosa, dunque.

Ma i temi veri, sotto la superficie, sono due.
Chiunque vinca, avrà poi il problema di governare. E si troverà con un Comune in dissesto non economico, ma umano.

Dirigenti scappati, funzionari demotivati, scollamento tra la parte tecnica e quella politica: insomma, è impossibile amministrare bene se prima non si rimette in bolla la macchina comunale, operazione quasi disperata e comunque molto lunga e impegnativa.

Il rischio è vincere e bruciarsi, specie se si mettono come assessori certi nomi che circolano oggi.

Il secondo tema è che non mancano mire e fregole della cosiddetta società civile per il ruolo di sindaco. Cinque anni fa vi fu già la sortita di Negrini, uscito dal côte dei negozianti del centro. Finì male, non malissimo visto lo scarto con Brivio ma era un segnale.

Oggi gli appetiti, che sono poi legittime ambizioni, stanno di casa nei vertici di almeno due associazioni di categoria, quella del commercio e quella dell’industria. Non è un caso che ultimamente, dopo il comune e vano assalto alla Camera di Commercio, sia sceso il gelo tra Palazzo Falck e via Caprera.

Non è da escludersi che, da uno di questi indirizzi, arrivi il candidato sindaco. Fatto che in qualche modo potrebbe togliere le castagne dal fuoco proprio al centrodestra.

I due presidenti, negli sfoghi privati, pare che giudichino poco meno che degli inconcludenti (e peggio) tutti i personaggi politici locali. Vorrebbero far vedere come si fa, di cosa sono capaci loro, gente pragmatica e di successo.

E a dirla tutta, una volta per sempre, vorremmo vederlo anche noi.

ElleCiEnne