LECCO – Si scrive Villa Locatelli, si legge Palazzo Bovara.
Anzi, l’origine della storia sta ancora più in là e si chiama Parco Adda Nord (un ente considerato secondario, dove è andato in scena qualche giorno fa un “colpo di mano” che ha scatenato il bailamme culminato oggi nella restituzione delle deleghe della Lega al presidente della Provincia Usuelli.
Quando sembrava che al suddetto Parco dovesse entrare in carica un leghista, assente per impegni professionali lo stesso Usuelli il rappresentante dell’amministrazione provinciale Bruno Crippa ha pensato bene di non astenersi (come gli era stato indicato) ma di votare la PD Francesca Rota – che, ringraziando, ha assunto la presidenza dell’ente.
I leghisti hanno trangugiato il boccone amaro, ma non avendolo digerito si sono come dire “alterati” e dopo qualche giornata di riflessione hanno rotto l’accordo tri-partisan con il centro destra di ‘Libertà e Autonomia‘ e il Partito Democratico, intesa ecumenica che regge da tempo Villa Locatelli.
Problema relativo, se si guardano i numeri (dieci a due per chi resta, più Usuelli a fare da undicesimo), ma la politica è altro.
E la scadenza che conta davvero, quella di Lecco 2020, è lì che incombe.
Adesso i quattro che si rifanno a Mauro Piazza & C. sono nella scomoda posizione di essere in pratica “alleati del PD” e “contro la Lega“, in Provincia.
Ma alle comunali del capoluogo la storia dovrebbe essere ben diversa.
E dunque, qualcosa dovrà accadere.
Chiedere la testa di Crippa? Possibile.
Forse però ci penserà prima lo stesso presidente Usuelli a bacchettare il “traditore del Parco Adda Nord” (che sta nel gruppo dei Dem pur essendo più a sinistra dei suoi compagni di lista). Magari togliendogli le deleghe.
E in quel caso, che faranno i piddini?
Ok, non che la Provincia di Lecco sia l’ente più importante del mondo ma si potrebbe andare a una rottura totale, un “tutti contro tutti” e, se non fosse appunto che si parla solo dell’amministrazione provinciale, la cosa farebbe una certa impressione.
E poi sullo sfondo c’è un’altra recente “incomprensione” (…) ovvero la gestione anche in quel caso convulsa dell’elezione dei nuovi vertici in Comunità Montana Lario Orientale.
La questione rischia di accelerare alcuni percorsi paralleli (c’è chi parla di “tavoli”, ma il concetto è quello), di interrompere o perfino catalizzare accordi in fieri.
Di certo, quella non-astensione nel lontano Parco dell’Adda ha creato un’onda lunga che arriva – controcorrente – a risalire fino alle rive del lago.
Non distante dal fatidico Palazzo Bovara.
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