LECCO – Tutto prende il via da un articolo pubblicato sul francese le Monde, ripreso in Italia da Repubblica a firma Roberto Saviano: un durissimo atto di accusa sulla Lombardia e “la debolezza di credersi invincibili – gli errori della regione ex feudo di Formigoni e Berlusconi“.
“Questo territorio – scrive il giornalista e scrittore, autore tra l’altro di ‘Gomorra‘ – ha pagato a caro prezzo le mancanze del suo sistema sanitario misto pubblico-privato“.
Tra i passaggi certo non lievi dedicati all’ex ‘Celeste‘ e alla struttura di potere di Comunione e Liberazione in Lombardia, ecco le parole pesanti come pietre sul potere della lobby di Cielle in regione:
“Un esempio per comprendere questa dinamica è quello di Comunione e Liberazione, un’associazione cattolica della quale, fino alla condanna definitiva, il corrotto Roberto Formigoni era uomo di punta. Comunione e Liberazione è potentissima in Lombardia e detta legge; basti pensare alla percentuale maggioritaria, nelle strutture pubbliche, di medici antiabortisti e della difficoltà che la maggior parte delle donne trova a farsi prescrivere la pillola abortiva, nonostante sia previsto dalla legge: la “tecnica” elusiva è semplice”.
E la conclusione di Saviano, non meno potente, è questa:
“Forse, ma non ne sono certo, c’è ancora spazio per uscire dalla pandemia per seguire un’utopia: riscoprire che produttività e conti correnti valgono meno delle persone, riscoprire che allargare diritti, espanderli, significa salvarci tutti. Riscoprire ora che una politica che decide solo seguendo l’odore del denaro è una politica che genera morte e non ricchezza. E che dice a chiare lettere: “l’Europa non esiste più e oggi è un nuovo 1945″. Io spero che gli uomini di buona volontà non lo permetteranno”.
Non si fa attendere a quel punto la replica di Cielle, chiamata in causa direttamente e senza giri di parole. L’associazione, accusata di essere finora scomparsa dal dibattito sul Coronavirus e la gestione della sanità lombarda, risponde allo scrittore parlando di “un’opinione personale di Saviano, priva di qualsiasi riscontro oggettivo“:
“Gentile direttore,
alla preoccupazione generata dalla pandemia e al grande dolore per la perdita di così tante vite si è aggiunto il dispiacere causato dalla lettura dell’intervento di Roberto Saviano su Le Monde pubblicato nella traduzione italiana sul sito di Repubblica del 15 aprile.Nel suo lungo articolo, lo scrittore individua Comunione e Liberazione come esempio di gruppo di potere egemone nella sanità regionale (“è potentissimo in Lombardia e detta legge”, alludendo addirittura a una dinamica mafiosa), a cui ascrivere, almeno in parte, la responsabilità di quanto accaduto in Lombardia.
L’affermazione, ben lontana dal descrivere “ciò che accade” – come in premessa l’autore dichiara di fare – rispecchia piuttosto un’opinione personale di Saviano, priva di qualsiasi riscontro oggettivo.
Quanto al resto, non v’è dubbio che, di fronte a un così ingente numero di morti, sia doveroso indagare approfonditamente sull’organizzazione del sistema sanitario, regionale e nazionale (anche nel confronto con quello di altre nazioni), sulle risposte della politica. Ma pensare di attribuire al nostro movimento, o ai sanitari obiettori di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza (per inciso: la Lombardia è l’undicesima regione italiana per percentuale di medici obiettori. Fonte: relazione ministro Salute, attuazione legge 194/78 tutela sociale maternità e interruzione volontaria di gravidanza – dati definitivi 2017 – tabella 28), una qualche responsabilità per gli esiti dell’epidemia nel territorio lombardo, appare francamente sconcertante”.
Alberto Savorana, ufficio stampa di Comunione e Liberazione
A stretto giro di posta la controreplica di Saviano – di seguito uno stralcio. Con nuovi riferimenti al politico lecchese, definito “ras” e ancora “corrotto“:
“…In ultimo prendo atto della ritrovata loquacità di Cl, che fa il paio con la (memorabile) nota diffusa dal suo ufficio stampa dopo la condanna definitiva per fatti gravissimi del loro ras Roberto Formigoni, nota che riposto testualmente: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme” (san Paolo). In questo momento soffriamo insieme a Roberto Formigoni, nella consapevolezza che solo Dio può ultimamente e veramente vedere il cuore dell’uomo e può rispondere al bisogno di misericordia che tutti abbiamo. Lo accompagniamo con la preghiera in questa circostanza per lui così drammatica, che viviamo come un potente richiamo alla conversione di ciascuno di noi. Nessuna prova può cancellare la compagnia che Cristo fa alla nostra vita, consentendoci di ricominciare sempre, nell’umile certezza che tutto collabora misteriosamente al bene: questo è ciò che domandiamo al Padre per Roberto e per noi”.
Quando la sanità lombarda dovrà essere rifondata non dimentichiamo chi ha tirato per la giacchetta persino Dio per evitare di prendere le distanze da un corrotto”.
Chiude (ma solo per ora) la lunga querelle il periodico vicino a Cielle ‘Tempi‘ diretto da Emanuele Boffi, che pubblica una lettera contro il giornalista e scrittore napoletano – definendolo “il guru del sentito dire“:
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