Egregio Direttore,
Non faccio quindi parte, in maniera così calzante, della categoria: turista.“Ero” qui a Lecco solo per l’aggiornamento di un macchinario per una vostra impresa ora che ha chiuso per ferie.
Dico ero perché a volte, come questa, le cose belle capitano per caso.
E posso dire che “ora” sono qui per vedere la Città.Martedì non solo ho avuto privilegio e fortuna di visitare la Mostra fotografica di Robert Doisneau, ma, grazie a questa, suggeritami inizialmente dal personale dell’Albergo dove pernotto, anche dell’altrettanto sorprendente Osservatorio Alpinistico lecchese, proprio nello stesso Palazzo espositivo.
Due grandi e notevoli sorprese.
Il lago che si vede dalle finestre, la luce e il vento che bussano in ogni angolo della vostra città, come da noi a Milano l’afa e la nebbia color orzata, già è spettacolo che incanta, ma la Mostra così ricca e suggestiva, e tutta la storia, le immagini, i filmati multimediali, così evocativi della vostra Cultura della montagna e Dna è stato sorprendente e gratificante.
Poter vedere a Lecco queste due opportunità è un plauso che pubblicamente voglio farvi,
Felice di essermi fermato qui, sebbene all’inizio solo per lavoro. Da adolescente venivo a Moggio con i miei genitori
I nostri giorni, non credo di dire nessuna novità, sono purtroppo ormai pregni di una visione sociale così narcisistica che ci sembra naturale, ovvio, voler essere al centro dell’attenzione. Essere guardati piuttosto che guardare.
Stare ore a vedere i filmati, a leggere le schede e le Storie degli Alpinisti di questa terra: i Cassin, i Ferrari, i Mauri, i Mazzoleni, i Tizzoni dove la loro meta era il Cielo, era l’assoluto, dentro la fatica e tutto quell’infinito, sentirsi parte di tutto, senza ricerca di gloria per vanto ma per sé stessi. questa è una infinita grandezza degli uomini e non solo degli alpinisti migliori.
E così la Mostra, due piani sotto, di un artista famosissimo ma con quelle inquadrature sempre nella vita reale, nella gioia e nella fatica del reale. Lui così grande che ci restituisce quel senso di infinita realtà celebrando come in una cordata, il valore della vita. La forza di quanto l’uomo po’ essere libero.
Nelle vecchie strade di Francia o lungo le vie delle Montagne. La forza di essere liberi dentro.
Non è secondario che una società i cui noi membri siamo ormai unanimemente definiti consumatori, e ciò che si ha è ciò che si è, iniziare a smettere anche solo per poche ore di consumare è come rinascere. liberarsi. elevarsi.
Del resto se il denaro diventa un valore assoluto (non più quantificabile, cioè, in rapporto a ciò che serve a comperare, ma stimabile e venerabile in sé), che cosa possono valere due ore per una Mostra di fotografie e un Osservatorio alpinistico anche multimediale?
Tutto il resto. Che è tutto.
Lecco mi ha sorpreso. Nitida, altissima. Inestimabile.
Lorenzo Cattaneo