LECCO – Ora siamo usciti dal tormentone “aperto-chiuso” che ha caratterizzato le prime fasi dell’epidemia. Abbiamo visto e sentito tutto e il suo contrario: anche la scienza non è stata risparmiata e io credo che sia più proficuo appellarsi al concetto, strettamente clinico, che il virus ha colto tutti di sorpresa e da lì è discesa un’incertezza diffusa che non ha escluso nessun soggetto. Neppure i morti purtroppo.
Adesso tuttavia è il momento della ripresa, senza la quale ci avvicineremmo a un declino inesorabile ed inarrestabile.
Siamo stati attenti e vigili, e lo siamo ancora in parte, ai bollettini della protezione civile, ma ora c’è un versante socio economico non così algebrico, ma altrettanto drammatico.
La partenza dei centri estivi è qualcosa di più di un segnale di vitalità perché rimette in circolo le relazioni sociali e prova a riprodurre quell’orbita virtuosa che parte dai bambini e arriva fino ai nonni. Le voci allarmate non mancano, a Lecco come altrove e al di là dei provvedimenti governativi ogni realtà ha la sua peculiarità. Ciò vale, come si è visto, sia per gli effetti del virus, sia ora in una fase nella quale a mettersi in gioco sono le famiglie, istituzioni locali, le imprese, le botteghe. E la scuola soprattutto, che resta un crocevia della rinascita, al di là delle modalità didattiche e delle difficoltà logistiche.
Teniamo le distanze ma teniamo anche bene a mente che la scuola è comunità e che l’esperienza della didattica online non produrrà mai quella atmosfera di scambio di nozioni, di esperienze, di cultura, che sono il primo strumento sul quale occorre investire. Mi verrebbe da dire che se la sanità si cura del corpo, di sicuro la scuola deve coltivare l’anima.
La città di Lecco ha una dimensione demografica e geografica tale da consentire una stagione sperimentale perché anche qui non credo alle ricette miracolose. Così come ritengo che mai come in questo frangente ed in questo campo a vincere è la collaborazione tra la molteplicità dei protagonisti, quale che sia loro ruolo di prima o seconda fila.
Non è tempo di egoismi e rivalità, ma di generosità e disponibilità alla condivisione. Non è tempo di coltivare il proprio orto, ma di arare insieme i terreni che si dischiudono davanti ai nostri occhi di cittadini e di genitori.
Virginio Brivio
Sindaco di Lecco