LECCO – Il 31 maggio lo sciopero nazionale promosso da Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs nazionali per il rinnovo del contratto Pulizie e servizi integrati/multiservizi scaduto oramai da più di 5 anni.
Lo sciopero riguarda 600.000 lavoratori e lavoratrici in tutta Italia, in prevalenza donne; sono quei lavoratori e quelle lavoratrici “invisibili“ che tutti i giorni nei luoghi pubblici e privati fanno trovare il posto di lavoro pulito. Sono lavoratrici che subiscono sempre più i ricatti del mercato del lavoro, dove gli appalti sono sempre al massimo ribasso, con continui tagli alle ore e un salario sempre più basso, con scarse possibilità di avere un contratto a tempo pieno, ma costrette a dover avere contratti part time involontari.
In ultimo, a peggiorare maggiormente la loro condizione, le controparti nel rinnovo del contratto non solo mettono sul tavolo 79 euro di aumento in tre anni, ma chiedono in cambio la salute di queste lavoratrici, ovvero non pagare i primi 3 giorni di malattia. “La misura ormai è colma” lamentano i vertici nazionali.
A tal proposito Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs territoriali vogliono denunciare quanto sta accadendo al’ospedale di Lecco, Merate e Bellano dove l’Azienda Copma gestisce i servizi di Pulizia.
“Da più di 15 giorni – piegano i lecchesi Marco Paleari, Tina Coviello e Fabrizio Bonfanti – stiamo tentando di cercare un’intesa riguardante i servizi essenziali e le prestazioni indispensabili, nonché l’individuazione del numero delle lavoratrici e dei lavoratori da inserire nel piano delle prestazioni indispensabili, perché i numeri proposti dalla stessa azienda che dovrebbe garantire le aree ad alto rischio e medio rischio sono superiori a quanto già previsto nella quotidianità del servizio”. Le organizzazioni sindacali hanno proposto alla Copma, dopo aver sentito i lavoratori che hanno partecipato numerosi alle assemblee e che a gran voce hanno chiesto di scioperare, una proposta alternativa a quella aziendale, una proposta che tiene conto dei servizi offerti ai degenti e al contempo il diritto di sciopero delle lavoratrici.
“Purtroppo, ad oggi, permangono pregiudiziali unilaterali sul significato di prestazioni indispensabili tant’è che l’azienda ha proceduto alle precettazioni in modo sconsiderato, vanificando cosi il diritto allo sciopero, fondamentale per la lotta che il settore sta intraprendendo per il rinnovo del Contratto nazionale. Noi chiediamo all’azienda Copma una rivisitazione del progetto sui servizi essenziali di Alto rischio e medio rischio, anche se i tempi sono strettissimi. Diversamente, se questo non avverrà, l’azienda Copma avrà contribuito a dare un duro colpo a questi lavoratori nel diritto di lottare per il loro rinnovo del Contratto Nazionale”.