LECCO – Il rione di Laorca ha conosciuto tempi migliori nella sua millenaria storia. Da questo antichissimo borgo è partita la vicenda industriale italiana con la lavorazione del ferro. Qui hanno iniziato industriali come i Falck o i Wismann, grazie al torrente Gerenzone dal quale numerose fabbriche hanno tratto energia vitale per la loro attività.
Il torrente che percorre il rione grazie ai suoi sfioratoi e al suo ripido corso, i laorchesi, che convogliavano l’acqua in tratti di rogge e a cascatelle utili al lavaggio e al pescaggio delle ruote dei magli che man mano coprivano l’intero corso del torrente, facendo sorgere sulle sue rive fabbriche metallurgiche e sviluppando i quartieri alti di Lecco tra cui Malavedo e Laorca, in passato vera patria dei lavoranti del ferro, quei ferascét o tirabagia che sono stati la fama della città di Lecco.
Laorca e Malavedo racchiudono numerosi tesori sia paesaggistici che artistici della loro lunga storia, oltre che vere e proprie perle di archeologia industriale dimenticate o comunque poco valorizzate dal punto di vista turistico e didattico. Per salvaguardare il rione e la scuola da alcuni anni a rischio di chiusura, lavora il comitato “Io Amo la mia Scuola – Io Amo il mio Rione” che, in collaborazione con le insegnanti della primaria Pio XI in particolare Maria Cristina Beretta, coordinatrice del plesso, ha organizzato una Festa d’autunno all’oratorio, che aveva come fulcro la recita dei bambini “I tesori di Laorca” e una mostra di foto vintage di studenti passati fino ai recenti.
L’ottima recita sul palco del cine-teatro davanti più di 150 persone è giunta a conclusione di un attento percorso di riscoperta del rione con un cammino che ha portato i bambini a vedere il caratteristico cimitero con l’antica chiesetta e le sue opere artistiche e la Grotta della Madonna di Lourdes con il caratteristico trono da cui si può ammirare un panorama di tutto rispetto, senza dimenticare la lavorazione del ferro e quella dei bachi da seta.
Ha colpito molto la fantasia dei giovanissimi, anche nella recita, il simbolo del rione: la “Colonna dei Craponi” dove i nuovi nati sono soliti “picchiare la testa” dopo il battesimo. Così ha lasciato il segno l’origine del nome di Laorca che, come cita don Lauro Consonni nella sua Storia: “E’ credenza comune faccia riferimento ad un animale “Monstrum” > la Orca, che si rifugiasse nelle grotte sopra il paese. La fantasia popolare era facilmente portata a raccontare queste presenze misteriose fuori dell’abitato.”
Non è mancata anche un’iniziativa solidale con vendita di torte a favore di una scuola dell’area terremotata con cui il plesso laorchese vorrebbe gemellarsi.
Al termine della breve e intensa serata è stata offerta ai presenti una castagnata.