LECCO – Settanta milioni: tante sono le persone che oggi nel mondo sono costrette a fuggire dai propri Paesi in cerca di condizioni di vita accettabili, il numero più alto mai registrato nella storia moderna. Di queste, oltre 25 milioni sono rifugiati e più della metà minori (dati UNHCR). Il 20 giugno si è celebrata la Giornata mondiale del rifugiato, voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica e la città di Lecco ha dimostrato una toccante ed acuta sensibilità rispetto a questo tema attraverso la significativa partecipazione all’evento promosso dal progetto Sprar-Siproimi del territorio di Lecco, di cui è titolare la Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera, in collaborazione con il Comune di Lecco e le realtà del territorio che si occupano di immigrazione.
La Giornata Mondiale del Rifugiato lecchese è stata un vero e proprio crocevia di culture, colori e musica che ha espresso nei fatti i sentimenti di solidarietà e inclusione verso i rifugiati amplificando la voce di chi accoglie, sia rafforzando l’incontro tra le comunità locali e i rifugiati e i richiedenti asilo.
Il forte valore culturale, inclusivo e socializzante insieme all’incontro tra cittadinanza e rifugiati in un contesto amichevole e di festa attraverso i mediatori simbolici del cinema, del teatro e della musica, capaci di veicolare vissuti, esperienze ed emozioni è stato il leitmotiv della manifestazione.
Nella serata di giovedì la popolazione lecchese è stata coinvolta attraverso la proiezione in anteprima in sala don Ticozzi del film, prodotto dal Ministero dell’Interno ma mai distribuito, “Paese Nostro – Il film che avremmo voluto mostrarvi” (autori ZaLab, 2016), una pellicola sull’Italia dell’accoglienza diffusa incentrato sul lavoro degli operatori e mediatori dei progetti di accoglienza della rete Sprar, un sistema pubblico basato sulla sinergia tra Comuni, Ministero degli Interni e associazioni. La serata-evento è stata organizzata in collaborazione con Anpi, Circolo Arci Spazio Condiviso, Comitato Noi Tutti Migranti, Dinamo Culturale, Il Gabbiano Onlus, L’Arcobaleno scs, Les Cultures Onlus, Lezioni al Campo e Qui Lecco Libera.
Venerdì nella centralissima piazza Garibaldi di Lecco poi un concerto che ha visto l’avvicendarsi di performance musicali di alcuni richiedenti asilo e rifugiati lecchesi, unite alle esibizioni di band del territorio attive sui temi della Giornata. La serata si è conclusa con un ospite speciale, il rapper afro- italiano Tommy Kuti, nigeriano di seconda generazione laureato a Cambridge e considerato tra i rapper più promettenti in Italia, con testi dall’alto contenuto sociale che trattano temi importanti e delicati come il razzismo e l’integrazione. Il prezioso supporto dei volontari nella gestione delle due serate e nella rimessa in ordine delle aree utilizzate, unito alle ottimali condizioni meteo hanno contribuito a rendere perfetta questa manifestazione.
“Ringraziamo tutti i cittadini che hanno partecipato dando nuovo colore e slancio a questa edizione, ringraziamo le istituzioni e i partner della manifestazione che hanno reso possibile questo successo; la risposta positiva e coinvolta delle persone, sia nei momenti di confronto che in occasione delle esibizioni artistiche, sono per noi un segnale importante di questa nuova formula organizzativa proposta nel cuore della città che speriamo possa diventare un appuntamento fisso, com’è nelle principali città di tutto il mondo” – ha commentato Rocco Arienti, referente del comitato organizzatore
La Cooperativa L’Arcobaleno onlus che opera da quasi 20 anni sul fronte di richiedenti asilo e rifugiati, da 5 anni è impegnata in prima linea nell’organizzazione della Giornata del Rifugiato insieme alle istituzioni (Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val D’Esino Riviera, Distretto di Lecco, Comune di Lecco), alle associazioni e cooperative.”Dagli esordi è stato un crescendo di adesioni, emblema di grande sensibilità sul tema. Il successo dell’edizione 2019 andata in scena il 20 e 21 giugno, ci sprona a proseguire nel nostro impegno di fare cultura su un tema “delicato” evitando approcci semplicistici, dimostrando sempre capacità di ascoltare, accogliere e integrare ciascuno nel nostro Paese. Questo è lo spirito che ci deve animare e coinvolgere tutti” spiega Renato Ferrario presidente de L’Arcobaleno.