“GENERAZIONI IN PIAZZA”:
A LECCO NASCE IL PROGETTO
PER SALDARE LE DIVERSITÀ

LECCO – A parlare del progetto “Generazioni in piazza” è la coordinatrice Angela D’Arrigo che racconta come l’idea sia nata a fine primo lockdown dal concetto di “saldatura” e “unione” tra politiche, culture, esperienze, saperi ma soprattutto generazioni.

Un intervento realizzato in collaborazione di molti partner quello che prevede la riorganizzazione, in maniera funzionale, dell’area di pertinenza della Parrocchia di San Nicolò: l’obiettivo è quello di trasformare il cortile privato in una piazza aperta alla cittadinanza dove sia favorita la comunicazione tra le diverse realtà della città.

“Ringrazio tutti i partner che ci hanno aiutato in questo lavoro. Con loro abbiamo parlato, ci siamo confrontati e abbiamo cercato di trovare soluzioni efficaci – Afferma Angela D’Arrigo –. “Generazioni in piazza” parte da un profondo concetto di identità che vede nella saldatura tra più persone il punto forte. La necessità primaria era quella di essere vicini soprattutto alle persone considerate ai margini della città creando un contesto nel quale tutti si possano incontrare”.

Giovani, anziani, famiglie, bambini e turisti sono i destinatari di un progetto che avrà come finalità quello di attivare un cambiamento urbanistico, architettonico, progettuale e mentale in un’ottica di crescita e sviluppo sociale. Tra i presenti il sindaco Mauro Gattinoni, il direttore delle relazioni esterne di fondazione Cariplo Dario Boris e Mauro Piazza, sottosegretario all’autonomia di Regione Lombardia. A sostegno del progetto anche Antonella Cuppari del consorzio Consolida, Don Cristiano Mauri della fondazione Caritas Ambrosiana “Casa della Carità” , Don Marco Bove della Sacra Famiglia Onlus e Chiara Giaccardi, professoressa di Sociologia del processi culturali e comunicativi all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.

A Lecco non manca niente, eppure siete pieni di problemi. È un paradosso su cui sarebbe giusto fermarsi un secondo – Inizia quasi ironicamente il professore Mauro Magatti, insegnante di sociologia alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano –. La malattia di cui tutti soffriamo si chiama entropia e riguarda il nostro rapporto con l’ambiente e quello tra di noi. Si tratta di un meccanismo di disgregazione, disorientamento e disordine che produce scarti ambientali e umani: quello che voglio dire è che non basta andare avanti e lavorare, ma bisogna farlo in maniera più intelligente. E’ necessario tenere in considerazione che nessuno si salva e vive da solo, ma bisogna prendersi cura gli uni degli altri. Questo progetto è un buon modo per farlo”.