LECCO – “Quello dell’Annunciazione è un tema fondamentale: così come nella storia degli uomini, anche nella storia dell’arte. Non solo perché quasi un migliaio di opere raccontano questo evento, ma anche perché esiste una profonda coincidenza tra la dinamica dell’annunciazione e quella dell’artista che crea. Così la grande scommessa di ogni artista è stata quella di raccontare qualcosa che sta accadendo e non che è già accaduto; qualcosa che è l’evento della salvezza ma che di per sé non appare rappresentabile”.
Così Giuseppe Frangi, giornalista e storico dell’arte, presidente e fondatore della Fondazione Giovanni Testori, ha introdotto l’intervento di approfondimento su “Reimmaginare quell’istante: L’Annunciazione da Simone Martini a Caravaggio”, primo degli incontri del ciclo “Il Mistero nell’arte”, organizzato in concomitanza con l’esposizione de “L’Annunciazione di Titntoretto al doge Grimani” a Palazzo delle Paure di Lecco.
Un viaggio, quello proposto da Frangi, estremamente suggestivo e ricco di stimoli e riferimenti alla grande storia dell’arte, che si è dipanato scegliendo quale chiave di lettura non la cronologia delle opere e degli autori che si sono misurati con l’Annunciazione, ma il ritmo dettato dal passo del Vangelo di San Luca che descrive questo evento.
Punto di partenza è stata l’Annunciazione di Robert Campin, in cui Maria è colta nel quotidiano, intenta nella lettura della Bibbia, e non si accorge dell’arrivo dell’angelo. Quindi vi è il momento della “conturbatio”, in cui appare sorpresa dalla presenza angelica che entra nella propria esperienza: è l’Annunciazione descritta per esempio nel capolavoro di Simone Martini a Siena, dove Maria sembra ritrarsi non per timore ma per umiltà, piuttosto che quella di Tiziano conservata nella chiesa di San Salvador a Venezia, dominata da una forte tensione drammatica, in cui Maria pare proteggersi con la mano di fronte a quanto sta accadendole.
Ulteriore fase dell’Annunciazione ritratta nelle opere d’arte è quella della “cogitazione”, ovvero del dialogo che si stabilisce tra Maria e l’angelo: ne sono splendidi esempi la stessa Annunciazione del Tintoretto esposta a Palazzo delle Paure, come quella di Leonardo conservata alla Galleria degli Uffizi o quella di Masolino da Panicale. Segue il momento della “Humiliatione”, in cui la Madonna, di fronte all’annuncio che “nulla è impossibile a Dio”, si china per fare la Sua volontà: stupenda la raffigurazione nella cappella di Gaudenzio Ferrari al Sacro Monte di Varallo, così come un’Annunciazione del Tiziano conservata a Napoli.
Da ultima vi è la fase della “meritazione”, in cui Maria pronuncia il suo sì che cambia la storia del mondo: è il caso della splendida Annunciazione del Beato Angelico a Cortona, o di quella del Tiziano conservata alla Chiesa di San Rocco, o infine del Caravaggio al Museo di Nancy, in cui per la prima volta l’angelo sembra piombare sulla scena dall’alto. Alla “partenza” dell’angelo si rifanno infine sia l’Annunciazione di Lorenzo Lotto conservata a Iesi, che l’Annunciata di Antonello da Messina, dove protagonista è solo Maria e lo spettatore è quasi proiettato nello stesso spazio dell’angelo.
Prossimo appuntamento sabato 28 dicembre, sempre alle 16 nella sala convegni di Palazzo delle Paure, con la riflessione di Monsignor Davide Milani dal titolo “Cronaca di un imprevisto”.