DON GIOVANNI MILANI MEDITA
NELLA PRIMA DOMENICA
DOPO LA DEDICAZIONE

Quanto ci è offerto in questa domenica sono le ultime parole che Gesù risorto, rivolge ai suoi discepoli, è il suo ultimo discorso, eppure non sono parole nuove, il Signore riprende e ripete il suo insegnamento per dare ancora evidenza di una continuità tra quanto ha insegnato e “le cose scritte… nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”, la parola già dell’AT. Ci indica dunque un compimento nella sua persona di tutte le Scritture (qui dice anche nei Salmi, che non aveva richiamato ai due sulla strada di Emmaus). 

Ed anche qui “aprì loro la mente per comprendere le Scritture” come già sulla strada per quel villaggio dove, “Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. 

Ma le Scritture, che il risorto richiama ed indica, non hanno unicamente anticipato la vicenda storica di Gesù nel suo patire e risorgere il terzo giorno; hanno pure annunciato che “nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme”. 

La morte e resurrezione del Signore Gesù compie, ma non conclude il misericordioso disegno di Dio: lo rilancia su “tutti i popoli” proprio per “la conversione e il perdono dei peccati”. 

Questo grande dispiegarsi dell’amore di Dio su ogni uomo, Luca sottolinea come parta da Gerusalemme: è il grande disegno del terzo vangelo che ci mostra Gesù in cammino costante verso Gerusalemme nell’anelito verso il sacrificio totale di sé per il dono della vita piena e risorta, offerta, appunto ad ogni uomo, perché, da Gerusalemme, parta e si effonda il cammino degli apostoli, della Chiesa, verso la salvezza (“nel suo nome” nel risorto Signore) donata al mondo intero. 

La passione, morte e resurrezione di Cristo Signore è, come asserisce Gesù, il modo con cui possiamo aprire, intendere, il senso delle Scritture; a quel mistero, a quel dono di grazia il Signore Gesù chiama a testimoni i suoi, gli apostoli che lo circondano, ma conoscendo bene le debolezze dell’umano, ecco allora, aggiunta la promessa che conclude il nostro brano: assicura che proprio quella loro testimonianza sarà sostenuta e corroborata dallo Spirito: “Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso”. 

Gesù asserisce (questo davvero dà speranza e conforto) che le Scritture – e badate che il suo è richiamo l’AT, dunque alla Parola che Dio, da sempre, ha affidato agli uomini – attestino “a tutti i popoli” la predicazione per “la conversione e il perdono dei peccati” questo è l’estremo messaggio di Gesù che è evidente sia affidato pure a noi.

 

Don Giovanni Milani