DON GIOVANNI MILANI MEDITA NELLA DOMENICA DELLA SS. TRINITÀ

Il piccolo ritaglio di vangelo che costituisce il brano che ci propone la liturgia in questa festa, anzi, nella solennità della Ss. Trinità che celebriamo, è tolto – come da un po’ siamo abituati –, dai discorsi del Signore addensati da Giovanni nell’ultima cena.Propriamente Gesù, qui parla dell’odio colpevole di chi ha potuto vedere il suo operare il bene, ma ha maturato odio nei confronti suoi ed anche del Padre. Aggiunge poi: “Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me”.Proviamo a riflettere su queste espressioni che ci dicono immediatamente uno scorrere di legami tra Gesù che invia il Paraclito (“io vi manderò dal Padre”) che è “lo Spirito della verità” (dallo stesso Gesù abbiamo sentito proclamare: “Io sono la via, la verità – appunto – e la vita”) “che procede dal Padre” e ancora “darà testimonianza” dello stesso Gesù che invia. Se il dire non è proprio scorrevole, esprime però in continuità lo svolgersi del legame, dall’uno all’altro, di Gesù al Padre e al Paraclito.Siamo al mistero della Trinità che certo la nostra mente non riesce ad abbracciare e tanto inchiostro teologico ha fatto scorrere.

Benché non ci sia comprensibile e il nostro limite non riesca a coglierlo nel pensiero, il Signore, ce l’ha voluto rivelare, è dunque per noi, in qualche modo, certamente significativo.È certo che non si possa accostare la Ss. Trinità con l’aritmetica dell’Uno più Uno più Uno; la relazione che il Signore ci significa non è dell’aggiungere, piuttosto nel considerare il legame: i teologi, parlando delle Persone divine, dicono siano “tre relazioni sussistenti”, siano persona proprio nel relazionarsi ed in questo costituire unità. Un modo da ragazzi, però può alludere in positivo con il giochetto matematico dell’Uno per Uno per Uno, che ci fa computar sempre Uno; pur rimanendo puerile, allude a qualcosa che (certo non ci introduce nel mistero), pure ci mette dinnanzi al pensiero che si ritrovi nel “per”, nella relazione, unità di bene, di valore, di amore; se nella Trinità – per quanto riusciamo a capire – diventa nodo di vita ed amore, può parlare anche a noi.

“Il Paraclito… darà testimonianza di me” dice il Signore (ed è riguardo all’odio di cui si è detto) ma aggiunge: “ed anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio”.Mentre parla il Signore Gesù, sono i discepoli ad essergli testimoni contro l’odio degli avversari, ma la lettura del vangelo attuale per noi, credo, adesso chiami noi alla testimonianza.Testimoni dell’amore, vissuto e insegnato da Gesù, che è la stessa realtà trinitaria. Il mistero trinitario ci invita, nel nostro testimoniare, a compierlo nella relazione all’altro: l’amore circolare nella Trinità santa ha da diventare modello dello scorrere d’amore tra noi uomini.

 

Don Giovanni Milani