Il nostro modo di affrontare l’emergenza della pandemia del Corona Virus si basa su due capisaldi: l’assoluto rispetto delle regole di sicurezza e l’impegno professionale che non è mai venuto a mancare.
Prima di entrare nel merito della nostra azione credo sia importante fermarci per fare una riflessione, questa crisi ha mostrato come il sistema delle fiere sia determinante per l’economia di un territorio e di un Paese, come serva professionalità, lucidità, visione.
Senza fiere l’economia ristagna perché anche in tempi digitali le aziende hanno bisogno di contatti fisici interpersonali, le fiere sono i momenti in cui si incontrano i clienti ma anche dove si costruisce o rinnova la rete vendita, nazionale ed internazionale, sono i luoghi di confronto in cui nascono le idee, le innovazioni.
Le fiere sono necessarie alle PMI, più che alle grandi aziende, che le vedono come elemento critico rispetto al loro sviluppo, vi faccio un esempio, alcuni anni fa, quando ero presidente di Fiera Milano Tech, incontrai il direttore marketing di una multinazionale elettrotecnica straniera con una sede nel milanese, un’azienda che fino alla fine degli anni ’90 investiva alcuni milioni di attuali euro per partecipare alle manifestazioni fieristiche milanesi.
Per spiegarmi la sua scelta di abbandonare l’allora manifestazione di settore mi disse: “Partecipare non mi interessa più, perché se è vero che raccolgo moltissimi contatti e promuovo i miei prodotti, allo stesso tempo permetto ai miei concorrenti italiani che hanno dimensioni molto più piccole della nostra di poter usufruire dei nostri contatti” e in modo molto diretto e cinico si spiegò chiarì il suo pensiero, “per noi sarebbe meglio se la fiera non si facesse, la nostra nuova sede milanese può accogliere fino ad 800 clienti, abbiamo un’area espositiva, centri di formazione tecnica. Non serve la fiera, serve ai nostri concorrenti italiani che proprio le loro dimensioni, senza, perderebbero molta capacità competitiva”.
I suoi motivi sono i motivi per cui bisogna difendere il sistema fieristico nazionale e regionale.
Pensate solo quanta crescita avremmo perso se non ci fosse stata EXPO 2015 a Milano.
Per assurdo il Corona Virus ci sta facendo capire la necessità di sostenere il sistema fieristico e nel particolare Lariofiere che rappresenta un’area strategica a livello produttivo e di servizi per il territorio.
Da qui la nostra azione, in primo luogo i nostri dipendenti sono tutelati, su sedici, due terzi lavorano da casa, un terzo sta smaltendo le ferie, uno va a presidiare la sede, ma naturalmente, essendo solo, senza alcun rischio per la salute.
Quindi, siamo sul pezzo sia per quanto riguarda la riprogrammazione delle manifestazioni che abbiamo dovuto sospendere, che per la preparazione di quelle confermate.
Ci confrontiamo senza sosta con le associazioni di categoria e le direttamente con i nostri espositori.
Il nostro obiettivo è di non perdere alcuna edizione prevista nel corso del 2020, speriamo di riuscire, sarà importante vedere quando usciremo dall’emergenza e in che modo le aziende ne usciranno a loro volta in termini di capacità operativa e finanziaria.
Bisogna accettare il fatto che il grande tema di questa crisi è legato alla continuità aziendale, dire che nessuno perderà il posto di lavoro è un’affermazione bella ma che per realizzarsi richiede interventi eccezionali in questa fase emergenziale e strutturali una volta terminata la crisi sanitaria.
Senza le riforme sempre rimandate o fatte a metà, economia e società non si riprenderanno e il lavoro andrà inevitabilmente a ridursi in misura significativa. Penso alla riforma fiscale nel campo del costo del lavoro e delle aziende, a quella delle burocrazia, come punti di partenza.
La difficoltà delle aziende arriverà con il 2021, quando molte chiuderanno i bilanci in passivo e sarà richiesto agli imprenditori di ricapitalizzare, quindi di versare i propri soldi nella società. Chi non ce la farà sarà costretto a chiudere.
Questo è il punto di caduta della crisi, che rischia di travolgere le piccole aziende di produzione, dei servizi, il settore del commercio e dei pubblici esercizi, il comparto turistico che vivono in gran parte sulla cassa e sono poco capitalizzate. Più saldo è quello industriale di medie e grandi dimensioni vocato all’esportazione.
Quindi, quest’anno dobbiamo fare in modo che il maggior numero di aziende chiuda il bilancio almeno in pareggio senza ridurre la capacità di competere sul mercato.
Come abbiamo visto sopra partecipare alle nostre fiere per le PMI del nostro territorio è determinante per la continuità aziendale, pensiamo a Fornitore Offresi a Ristorexpo, alla Mostra dell’Artigianato, ad Agrinatura solo per citare le principali e noi vogliamo aiutarli insieme alla CCIAA di Como-Lecco a cui stiamo chiedendo un sostegno che vada direttamente agli espositori che scelgono Lariofiere.
Passando al comparto turistico, l’unità operativa che si occupa di questo settore lavora a pieno ritmo nel mantenere attivo il portale lakecomo.is che nel presidio dei social, ma anche nel studio di azioni da sviluppare per contrastare della crisi del settore, in sinergia con CCIAA di Como-Lecco e con gli altri attori istituzionali e non. Siamo stati costretti a rinunciare alla partecipazione ad ITB di Berlino, una delle più grandi fiere mondiali di settore, attività che svolgevamo su incarico della Camera, ma siamo pronti a riprendere il filo delle partecipazioni a fiere e work shop appena la crisi mondiale sarà superata.
Daremo il nostro pieno contributo alle campagne di rilancio della destinazione “Lago di Como” coordinate sempre da Camera di Commercio e Cabina di Regia del “sistema turistico“.
Se posso dare un messaggio agli imprenditori del nostro territorio è che possono continuare a contare su Lariofiere, che non ci siamo persi d’animo, che continuiamo a pensare al futuro ed a come migliorare.