CARTA VETRATA/MORTI IN KENYA, MICA POSSIAMO ESSERE SEMPRE
“TUTTI CHARLIE”…

Buona pasqua sacrificale. In piazza a Lecco ci son solo le bancarelle. I nostrani #jesuischarlie, quelli che solo un paio di mesi fa erano lì con le matite in mano alzate al cielo, non ci sono. Né lì, né altrove. 

Sono a teatro o a mangiare. ‘Sti studenti kenioti, ‘sti messicani disperati, ‘sti viaggiatori per mare siam mica noi. Son mica intellettuali. E già perché i teatranti, i paladini social della libertà d’espressione che, morti 148 studenti in Kenya, si son volatilizzati, possono essere mica sempre  “Siamo tutti Charlie”.

C’è la spesa bio da fare in fattoria, c’è lo spettacolo nelle corti antiche da organizzare, c’è quel nuovo agriturismo da provare, c’è la mostra sulla satira anarchica da promuovere e visitare.
 
Fatto sta che non si trova in giro un Charlie di allora, per la strage di messicani dei giorni scorsi sul confine, 30 mila “sparizioni forzate”, ne per tutti quegli islamici finiti sotto i caccia della colazione anti-terrore occidentale prima e altrettanto gravemente oggi per i 148 studenti universitari kenioti che devono essere troppo negri anche per i nostri Charlie lecchesi.
In piazza a Lecco infatti ci son solo le bancarelle di Expo, i nostrani #jesuischarlie sono a teatro o a mangiare.
‘Sti messicani, ‘sti studenti, ‘sti viaggiatori per mare siam mica noi. Son mica intellettuali.
 
I Charlie nostrani, erano così falsi già allora che oggi non trovano il nemico che gli spara contro e si son persi.
In Kenia han voluto colpire il futuro, la convivenza interreligiosa, ma qui tutti i #jesuischarlie di allora, ora sono in piazza solo per l’uovo al cioccolato e per il solito happy hours.

In piazza sabato 10 gennaio ad alzar matite come volevasi dimostrare c’era pieno di chi faceva differenza se morivi a Parigi o a Guantanamo, di chi fa differenza se muori a Parigi o a Garissa.

Fa dolore questo mondo, e forse, ci farebbe un poco meno male se anziché voler essere qualcun altro quando egli muore, ci ricordassimo chi siamo ora che siamo ancora vivi.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Per rispetto verso tutti i Charlie del mondo, di ogni ceto, religione e punto cardinale, credo che sia doveroso dirci chiaramente che: ne io e nemmeno voi siamo Charlie. #jesuischarlie
Non ce lo possiamo permettere.Ieri per voi andava in scena “In alto le libere matite”. Spuntate.
Oggi, sempre per voi, è evidentemente un altro giorno e continua tutto uguale.
Lontano dagli occhi lontano dal cuore. 
Ma anche sotto gli occhi.
L’ipocrisia é in saldo.
Sempre due pesi e due misure. Non è giusto.
Anche loro però, perché erano così negri? Così troppo negri?