CARTA VETRATA/METASTASI? MACCHE’: IL VERO TEMA
E’ IL CANILE. EPPURE…

Non si parla d’altro in città. Al mercato del mercoledì è un continuo rincorrersi e parlottare. Nelle sale da thè dei bar in centro è argomento primario di discussione e rimodulazioni di voci quando si avvicinano i camerieri.

Nemmeno tra noi mamme in pausa dai figli, opportunamente a scuola, si parla d’altro.

No, non è l’Inchiesta Metastasi e l’ndrangheta, cosa avete capito…

E’ il tema canile. La chiusura del canile al vecchio macello.

Ne parlan tutti.

L’opposizione comunale con il Consigliere “minaretoachiuso” Siani, il Presidente “volevofareilsindaco” Marelli, il consigliere Idv “almenounaapprovatemela” Ezio Venturini, nonché l’Assessore alla sicurezza “sempreduro” Volontè, fin ad arrivare su al Sindaco “unatelefonataancora” Brivio.

Tutti e loquaci. Che nemmeno 10 inchieste d’ndrangheta li farebbero parlar così tanto.

Davanti ai falsi problemi riescono sempre ad alzare un sacco di parole e movimento.

Chiude il canile? Si.

Sopprimono i cani? No

Li lasciano abbandonati in mezzo ad una strada? NO, son mica uomini e donne senzatetto.

Li portano ad Erba e costa di più che aprire un canile nuovo in città? No

E allora di cosa stanno parlando?

E’ di questo che si discute al mercato, tra un biscotto e l’altro nei bar del centro o davanti ad un fresco e profumato Trebbiano d’Abruzzo del 2011 di Popoli.

Ma questi han preso mai in mano un ferro da stiro e piegato una camicia? Dice con convinzione la mia amica Oriana

Questi non sanno nemmeno fare la O con il bicchiere, incalza la commessa del banco frutta al mercato.

Mariuccia, che ha un trascorso nelle scuole come professoressa, fa subito un’analisi.

E’ per forza una disperata strategia difensiva. Enfatizzare sui media ciò che si ritiene possano essere degli sfiatatoi, delle valvole di sfogo. Delle distrazioni di massa.

Va bene tutto, pur di scongiurare la presa di coscienza definitiva, fatale (per loro) circa ciò che i Fatti di Metastasi contengono ma anche solo l’immobilismo amministrativo.

Come un Razzi qualsiasi, la politica locale non la mia amica, sia chiaro.

Preferiscono, sperano, che ci si concentri, appassioni di un falso problema.

Qui ora dalla panchina del lungolago, tra un scorcio di Svizzera e un vento tra i capelli ho come l’impressione però che sempre meno gente però se la beva.

La cosa grave (per loro) è che la credulità popolare (in netto ribasso ultimamente) costituisce l’unico appoggio, l’unico puntello che ancora tiene in piedi il simulacro, il cartonato dell’amministrazione comunale.

Ormai basta davvero poco, un paio di colpetti, forse nemmeno ben assestati, per far crollare miseramente la baracca… come un PGT qualsiasi arenato sulla soglia in una Commissione Capigruppo congiunta che è un Commissariamento di fatto di Appello per Lecco.

E allora perdono la trebisonda.

E’ notizia di ieri sussurratami come un’agente segreto nella toilette mentre mi sistemavo un poco il trucco, della Virata di Appello per Lecco.

Provare a salvare i cani ed affossare il Sindaco. Senza darlo a vedere.

Tutta di fretta la mia amica del cuore, la mia compagna di shopping, mi allunga un foglietto sottratto ad una riunione della Lista Civica: Compagni, amici, amici e amiche del The della cinque ricordatevi che “Siamo impegnati a trovare un luogo sicuro e autorizzato che consenta agli ospiti del nostro canile di ricevere il miglior servizio possibile per il tempo necessario a trovare successivamente una situazione idonea e definitiva. Ma ciò che non è accettabile è chiedere oggi al Sindaco Brivio di caricarsi di una ulteriore responsabilità, con implicazioni penali, nel sottoscrivere un atto di proroga di una struttura ritenuta inadeguata dall’autorità sanitaria. In particolare in un momento delicato, dal punto di vista politico, giudiziario e personale, per Lui, come questo

Sembra quasi ‘Il Sindaco non è nemmeno nelle condizione di badare a un cane. Volete che possa badare alla città?’

Si tratta di nuocere a chi ci nuoce di sabotare ciò che sabota la nostra carriera, i nostri progetti. Ecco ciò che va fatto. Poi le vie per conseguire questo scopo sono molteplici, ognuno nel suo campo può sciogliere le briglie alla fantasia…

Compagni, amici, amici e amiche del The della cinque, chi vuole tutto e subito ottiene poco o niente, come insegna l’esperienza del ’68.

Prima i cani randagi poi pensiamo alla città.

Una cosa per volta, per favore.

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carta vetrata firma
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NOTA

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