CALCIO/FOSCHI CARICA IL LECCO:
“ALL’ANDATA DEFRAUDATI,
90 MINUTI PER RIBALTARLA”

LECCO – È un Luciano Foschi trasparente e deciso quello della conferenza stampa prima del match di ritorno dei quarti di finale di playoff, in programma questa sera, mercoledì, con il Lecco ospite del Pordenone dopo la sconfitta casalinga per 1-0.

Il primo pensiero è rivolto al controverso episodio che ha deciso la sfida d’andata, quando l’arbitro all’85° ha fischiato un rigore molto dubbio facendo scattare l’ira di tutta Lecco, in primis del presidente Paolo Leonardo Di Nunno, poi squalificato fino ad agosto: “All’andata abbiamo pareggiato. Il punteggio l’ha deciso il direttore di gara, che non è stato all’altezza, perchè il rigore non c’era. Mi spiace che ci si sia divertiti a divulgare il messaggio del presidente che entra in campo, ma nessuno ha rimarcato il perchè, che è la vera schifezza della cosa. Io leggo tutte le interviste dei miei colleghi ed è un coro unanime nel dire che questi playoff sono così equilibrati che vengono decisi dagli episodi: gli arbitri si devono rendere conto che questi episodi devono essere decisi dalle squadre, ma non da loro. Il rigore nel gioco del calcio è una cosa seria, non si può dare con leggerezza o nel dubbio, soprattutto in queste partite”.

Da un punto di vista tecnico-tattico invece “l’altra sera siamo un po’ mancati in quello che sappiamo può mettere in difficoltà il Pordenone – spiega il mister -. Abbiamo sfruttato poco la spinta sugli esterni. In questi giorni ci siamo preparati per fare di più rispetto a quello fatto all’andata. Domani saremo una squadra arrembante, finche ne abbiamo cercheremo di metterli in difficolta. Siamo convinti di potercela giocare. Ci sono 90 minuti da giocare e noi ce li andiamo a giocare con tutta la voglia di ribaltare il risultato. In questi giorni abbiamo provato qualcosa di più offensivo, ma più come atteggiamento che come uomini. Non faremo una partita di attesa, giocheremo in modo arrembante, dobbiamo aggredire gli avversari”.

Sulle voci del possibile ingresso di Lotito nella presidenze del Pordenone: “Lotito è un politico calcisticamente parlando, per me l’importante è che ci sia rispetto. Il Lecco non ha nulla da recriminare, abbiamo sempre rispettato tutti. Anche con le goliardie, la nostra società non ci ha mai fatto mancare nulla. Il presidente a volte esterna dei pareri in maniera anche divertente, ma a noi non ha fatto mancare nulla: stipendi pagati, tasse rispettate, mai un punto di penalizzazione. A me interessa poco degli altri, mi interessa della mia squadra e della mia coscienza. Sono poco interessato a chi salverà il Pordenone. Viviamo un calcio più dentro i tribunali che in campo, ma io sono ancora uno che si emoziona vedendo la curva, perchè mi piace il gioco, il campo, mi piace anche parlare dei rigori dubbi. Dei tribunali ne ho pieni i ….”

“Non sto pensando che potrebbe essere la mia ultima panchina – continua Foschi -. Domani i ragazzi vengono tutti, Eusepi compreso e questo fa capire cosa siamo riusciti a costruire, qualcosa di bello e importante. Altrimenti non si ottengono questi risultati. Sono soddisfatto, ma il fatto che possa essere la mia ultima partita sulla panchina del Lecco non lo so. Ne parleremo dopo. A pensarci la cosa mi fa star male, ma io voglio pensare di giocarmi le semifinali“.

Un occhio anche ai disponibili: “Acciaccati ce ne sono diversi. Domattina facciamo un test per i vari Galli, Ilari e gli altri. Abbiamo cercato di salvaguardarli, domani faremo il risveglio muscolare e capiremo se possono essere della partita. Sono convinto che manderemo in campo una squadra che correrà come matti, finchè ne hanno aggrediranno gli avversari. La cosa che mi ha stupito è che domenica mattina i ragazzi hanno voluto fare allenamento e ho trovato una squadra arrabbiata, non abbattuta. I ragazzi si sentono defraudati di qualcosa e questa cosa mi ha colpito perchè mi rendo conto che questo gruppo non vuole mollare di un centimetro fino all’ultimo. Noi questi 90 min ce li giochiamo alla morte”.

E per concludere, un caldo invito a tutti i tifosi: “Non succede, ma se succede diventa bello”.

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