BERGAMO – Un’immagine si contrappone in questi giorni all’ospedale alla Fiera di Milano, progetto mastodontico da 20 milioni di euro che già si avvia alla chiusura tra le polemiche: l’ospedale da campo degli Alpini a supporto del Papa Giovanni XXIII di Bergamo che senza annunci e inaugurazioni è stato costruito in sette giorni e tuttora opera in piena emergenza con una 70ina di posti letto in terapia intensiva ed altrettanti in subintensiva. Proprio perché la pandemia continua, da qualche giorno gli Alpini della protezione civile lecchese sono tornati a disposizione della struttura bergamasca e ieri ha fatto loro visita il presidente della sezione Marco Magni.
“Questa giornata al campo base Ana e all’ospedale da campo con i nostri Alpini, rimarrà nel mio cuore come esperienza di vita – ha dichiarato Magni – Ho costatato un ordine incredibile al campo base, dove niente è stato lasciato al caso, ho trovato le strutture funzionanti alla perfezione in ogni reparto. E poi i nostri volontari mi hanno accompagnato per il campo spiegandomi nei particolari come sono sistemati e come gestiscono i loro personali incarichi: bravi sono orgoglioso di voi!”.
Più tardi la visita è proseguita all’ospedale da campo. “Nella sala di ingresso – continua Magni – l’anima è stata pervasa da un surreale silenzio, l’effige di Papa Giovanni, lo stemma della nostra associazione… Pensare che in sette giorni è stato costruito: un miracolo, un’impresa incredibile degli Alpini che hanno visto tante persone raggiungere il paradiso ma tante altre che hanno fatto ritorno a casa, guariti. E il silenzio incalza in una giornata uggiosa, ma non fa nulla… La certezza è che la speranza prevale e tutto andrà per il meglio! La nostra bandiera gagliarda sventola sul pennone e grida, col mio cuore: viva gli Alpini“.
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