APERTO A MILANO L’ANNO EUROPEO
DEL PATRIMONIO CULTURALE

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MILANO – In questi giorni a Milano il 2018 è stato ufficialmente dichiarato Anno europeo dedicato al patrimonio culturale. L’importante lancio ha avuto luogo all’apertura del Forum europeo della Cultura, il più prestigioso appuntamento dedicato al settore culturale, organizzato con cadenza biennale dalla Commissione europea.

Un evento che, per la prima volta nella storia, ha lasciato Bruxelles: il capoluogo lombardo, e in particolare zona Tortona, vicino a Porta Genova, sono stati scelti per la straordinaria conversione culturale della quale sono stati protagonisti negli ultimi anni.

Ad aprire il Forum è intervenuto il sindaco Giuseppe Sala che ha sottolineato come Milano si attesti oggi al secondo posto, fra le città europee, per attrattività culturale, registrando nel solo 2017 oltre 8 milioni di turisti. Il ruolo primario ricoperto dall’intera regione sul piano culturale è stato ribadito dall’assessore regionale alle Culture, Identita’ e Autonomie,Cristina Cappellini, che ha evidenziato come la Lombardia sia oggi la regione italiana con più beni certificati dal FAI e dichiarati Patrimonio Unesco.

Tra gli intervenuti anche il Presidente del Parlamento europeo  Antonio Tajani, che ha voluto porre l’accento sull’identità culturale europea che è necessario rafforzare, non in contrapposizione con quella nazionale, ma come elemento comune a circa 500 mila persone, che va difeso con orgoglio perchè caratterizzato da oltre 3.000 anni di storia.

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Anche il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha identificato la conoscenza  come lo strumento migliore per aprirsi agli altri, unica vera arma di speranza per affrontare tutte le paure dell’età contemporanea, strettamente connesse quindi ai fenomeni migratori e al terrorismo. Nel suo intervento ha lanciato un appello perchè l’Italia indirizzi, sul modello europeo, le proprie scelte politiche sulla cultura, proprio come è  accaduto nel G7 della Cultura e durante Expo 2015, evidenziando come, anche dal punto di vista economico, sia proprio il mercato culturale quello in cui l’Europa e l’Italia costituiscano, per la loro innata ricchezza, una squadra senza avversari di pari livello in tutto il mondo.

Ed effettivamente, come dichiarato da Tibor Navracsics, Commissario europeo per l’Istruzione, la Cultura, i Giovani e lo Sport, ben il 4% del PIL europeo è legato ad imprese culturali, un settore in cui lavorano circa 8 milioni di persone, più di quelle impiegate nell’industria automobilistica. Nel suo intervento ha voluto ricordare come recentemente sia stato fatto un altro importante passo in questa direzione, ovvero la firma, avvenuta 3 settimane fa a Goteborg, di un documento stilato dai capi di stato europei, dedicato proprio al rafforzamento dell’identità europea tramite istruzione e cultura.

20171207_164048Il risultato di queste bellissime intenzioni, tuttavia, è stato piuttosto deludente: in totale l’Europa ha messo a disposizione solo 8 milioni di euro per l’Anno del Patrimonio Culturale, che verranno assegnati attraverso i bandi della piattaforma “Europa creativa” per sostenere progetti culturali di vario tipo.

Un risultato che è già una vittoria, se si pensa che l’investimento iniziale doveva essere di 4 milioni di euro, cifra raddoppiata grazie alle battaglie condotte, durante la sua presidenza alla Commissione Cultura del Parlamento europeo, dell’italiana Silvia Costa, che ieri ha incontrato gli operatori culturali presenti per discutere con loro di progetti concreti.

Come ribadito da più intervenuti è necessario che il desiderio di salvaguardare e promuovere il patrimonio culturale, di cui tutti abbiamo ben chiara l’importanza, parta dal basso, dalla partecipazione dei cittadini europei. Solo attraverso un vero e proprio attivismo diffuso, le alte sfere politiche potranno forse, effettivamente, tradurre in investimenti economici quella centralità e quel peso dato alla cultura, per ora, solo a parole.

Chiara Vassena