ALBERI, CONVIVENZA E ALTRO:
BOSISIO CITA BERTOLT BRECHT
E LANCIA UN ALLARME

A COLORO CHE VERRANNO.
Davvero vivo in tempi bui,
quando la parola innocente è stolta
e una fronte distesa vuol dire insensibilità.
Quali tempi sono questi
quando discorrere di alberi è quasi un delitto
perché su troppe stragi comporta il silenzio?! ……….
(Bertolt Brecht, 1940)


Mi ricordavo di una poesia di Brecht che denunciava l’assuefazione di molti verso le ingiustizie.
E mi ricordavo che parlasse di alberi.

Questo mi è balenato istintivamente in mente quando ho visto sui media locali il rincorrersi di vari pareri sul taglio o meno degli alberi in via Sassi.

Naturalmente è giusto che ci si interroghi e ci si mobiliti in difesa degli alberi, che peraltro sottendono visioni e logiche tutelative importanti. Ma si riesce addirittura, impegnandosi a fondo, a discettare per giorni sulla congruità o esteticità di strisce per i parcheggi in centro.

Provocatoriamente mi chiedo e chiedo a tutti: quali equivalenti mobilitazioni vedono una consapevole e nutrita partecipazione nel contrastare una cultura votata al primato del mercato e della finanza che produce ben altre vittime, sacrificandole al Molok del profitto selvaggio mascherato da false motivazioni anche etiche?

Quante persone impegnate e intellettuali operosi hanno il coraggio di denunciare e lottare contro un sistema socio- economico strutturalmente “inequo”, come è stato esplicitamente definito da un papa scomodo come Francesco.
Moralismo astratto mi si dirà ma se poi qualcuno spara per strada, scambiando per un nemico una vittima come lui di questo sistema, solo perché ha una pelle diversa dalla sua, o se chiude una fabbrica per farci speculazione edilizia e nessuno ci fa più caso. Se milioni di persone sono costrette a vivere in precarietà assoluta  per soddisfare le leggi di “un’economia disumana e senza volto” (definizione sempre di papa Francesco) che antepone la quadratura dei conti alla dignità di vita delle persone. Se viene espropriata la democrazia popolare a vantaggio dei Consigli di Amministrazione, Se tutto ruota su principi di “concorrenza competitiva” o su dogmi come “crescita illimitata”,  sul debito pubblico da rispettare anche se iniquamente costruito, se si lascia di fatto ai margini milioni di poveri e precari in nome di fantomatiche leggi del mercato o “conti in ordine”che spesso rappresentano il più subdolo degli alibi, se la lotta alle disuguaglianze sempre più aspre viene annacquata da incoerenti quanto subdole motivazioni anche da coloro che la dovrebbero sostenere, se i media e gli intellettuali da cane da guardia del potere diventano i suoi scodinzolanti zerbini, se i Beni Comuni e le persone diventano solo una merce, se il sistema predica responsabilità fiscale e pratica quella dei paradisi fiscali, se il business delle armi e le convenienze geopolitiche vengono chiamate “esportazione di civiltà”, se si specula addirittura sulle quotazioni del cibo producendo stragi per fame di moltitudini……

Se tutto questo avviene e non procura un motto di indignazione generale ed una seria e diffusa opposizione, a partire da quella “culturale”, allora non si dica che esiste una convivenza civile degna di tale nome.

Solo una rinnovata consapevolezza critica ed un’assunzione diffusa di responsabilità, contro un individualismo sfrenato non casualmente indotto dal sistema, potrà tentare di salvare il nostro futuro sapendosi incarnare in tutti gli ambiti del vivere.

Germano Bosisio