In via Pasubio cadono più alberi che persone.
Le radici alzano i sampietrini e i rami abbassano la luce.
Soluzione facile facile tagliare gli alberi, rimettere i sampietrini, piantare alberelli da gioco delle Barbie e vendere il tutto come unica soluzione.
È quanto ha deciso, e fatto, l’amministrazione comunale.
In quattro e quattr’otto.
E, ancora una volta, l’ennesima, le promesse, gli impegni, le dichiarazioni di condivisione, ascolto, partecipazione, di tavoli della sostenibilità, cadono come foglie e a questo punto alberi, davanti alla realtà dei fatti.
Parole false ed elettorali che si perdono afone dentro il rumore di altre motoseghe.
In una parola Lecco Ambiental-mente.
Infatti l’eco ambientalista ridicolo come un re nudo con i suoi vestiti invisibili di questa amministrazione rimbalza nella sfilata di una manciata di settimane fa quando, in pompa magna, aveva promosso “La festa dell’albero”.
Regalando, infatti, una piantina da davanzale da portare a casa.
Oggi il suo ambientalismo di facciata ci fa portare a casa direttamente una filata di alberi di 10 metri, segandoli al piede.
Idealmente un sacchetto di segatura a testa.
È estetica del verde. Giardinaggio.
Non ambientalismo.
La lettera di WWF e Legambiente evidenziava infatti altre possibili soluzioni.
Nemmeno il tempo di confrontarsi, condividere, far partecipare i cittadini.
Le loro motoseghe han fatto prima.
Dopo l’ampliamento delle cave che mangeranno tutto il Magnodegno, dopo il teleriscaldamento che farà indigestione di rifiuti, non ci resta che ringraziare il magnifico e concreto impegno ambientalista ed ecologista dell’amministrazione Gattinoni perché non ci ha ancora tolto i 9 parcheggi verdi 9 per le auto elettriche, ci ha dato qualche monopattino per il centro e soprattutto non ci ha ancora tagliato i platani sul lungolago che anche lì le radici fanno alzare i sampietrini e cadere le persone.
Nel caso, le motoseghe per favore non di notte – che qui ci si deve alzare presto per andare a lavorare.
Paolo Trezzi