Saluto per il 1° maggio 2024
Commemorazione delle Vittime sul Lavoro
Buongiorno a tutte e a tutti.
Nell’importante ricorrenza della Festa dei Lavoratori, porto quest’oggi i saluti del Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e di tutta la Giunta. Un saluto a Gianfranco Longhi, Presidente dell’ANMIL Lecco, ai membri dell’Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, alle rappresentanze delle Segreterie sindacali territoriali di CGIL Lecco, CISL Monza Brianza, UIL Lario e ai cittadini e alle cittadine presenti.
Da sempre la nostra Città, culla di tante realtà manifatturiere, industriali e aziendali, celebra con trasporto e passione il 1° Maggio: dagli scioperi delle filandiere di fine ‘800 alle lotte per il riposo festivo dei primi del secolo scorso, passando per le rivendicazioni dei sindacati organizzati dopo il ritorno della democrazia. Desidero citare oggi quell’episodio significativo, ricordato da Aloisio Bonfanti, che vide la sospensione del Sindaco di Lecco Giuseppe Ongania dalle sue funzioni per aver esposto il tricolore in occasione del 1° Maggio 1900. A questo gesto, ai tempi giudicato politico ma che fu appoggiato da tutta la città, il poeta Giovanni Bertacchi dedicò un’ode: “Il Primo Maggio di una bandiera”.
Questa mattina, con il nostro Gonfalone cittadino, ci troviamo davanti al Monumento ai Caduti sul lavoro per rinnovare come Istituzioni, associazioni e comunità il nostro impegno. Siamo qui per affermare che serve, ancora e innanzitutto, una vera parità di genere: in Italia il divario di genere sul lavoro è doppio rispetto al resto d’Europa, con le donne con figli nettamente svantaggiate. Servono politiche concrete, leggi efficaci e più tutele per le lavoratrici, affinché ciascuna donna possa sentirsi libera di scegliere il suo percorso di realizzazione e di vita; servono anche maggiori servizi a supporto dei genitori, a partire dagli asili nido, affinché la cura a tempo pieno sia una scelta e non un obbligo.
Siamo qui per dire che occorre investire di più e meglio in formazione, ossia la capacità di offrire percorsi in grado di portare a un inserimento lavorativo i nostri giovani. In una realtà come quella italiana di calo demografico e tasso di occupazione sotto la media europea, compito delle Istituzioni è favorire l’ingresso dei giovani e delle donne andando a combattere la precarietà contrattuale e i salari non in linea con i costi della vita, andando a generare mancanza di aspettative di crescita e la figura del “lavoratore povero”.
Ma soprattutto oggi siamo qui per dire basta morti sul lavoro: quasi ogni giorno ci troviamo a piangere donne e uomini, giovani o concittadini prossimi alla pensione, che hanno perso la vita nello svolgere il proprio lavoro.
Citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure. La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione”.
Il nostro Paese colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica: ecco, dunque, i dati ci dicono che non stiamo facendo abbastanza. Occorre investire in prevenzione, in controlli e formazione, in una vera cultura della sicurezza.
Perché lavorare non è e non può essere morire.
Grazie.
Simona Piazza
Vicesindaco
del Comune di Lecco