1° MAGGIO/A LECCO CERIMONIA
IN STREAMING DAL CALEOTTO.
IL VIDEO E GLI INTERVENTI

LECCO – Anche quest’anno non si potrà festeggiare il Primo Maggio con corteo né concerto in piazza. A Lecco i rappresentanti dei lavoratori si ritroveranno alle 9.30 per la messa in basilica San Nicolò e a seguire, alle 11, appuntamento al monumento ai caduti del lavoro, in largo Caleotto, per gli interventi istituzionali.

Le celebrazioni, non aperte al pubblico, saranno trasmesse in diretta streaming sul canale YouTube del Comune di Lecco.

 

IL MESSAGGIO DEL SINDACO GATTINONI

Buongiorno a tutti,
Buongiorno al presidente della Provincia Claudio Usuelli, a Mirco Scaccabarozzi in rappresentanza delle Segreterie sindacali territoriali CGIL Lecco – CISL Monza Brianza – UIL Lario, al Presidente
dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del lavoro sezione di Lecco Gianfranco Alessandro Longhi e al Presidente provinciale della Federazione delle Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità Silvano Stefanoni.

Un caro saluto ai cittadini lecchesi che partecipano, in presenza o a distanza, a questa ricorrenza che verrà celebrata con contingentamento di tempi e di numeri per via della situazione sanitaria, ma non per questo vuole essere meno incisiva. 

Nel primo anno da Sindaco di Lecco mi trovo a celebrare la ricorrenza della Festa dei Lavoratori in un tempo particolarmente difficile, e a tratti drammatico, per tanti cittadini. 

La pandemia e la successiva crisi economico-sociale che stiamo vivendo, e i cui effetti più impattanti sono ancora in divenire, hanno evidenziato ed esasperato quelle problematicità da tempo note nel tessuto lavorativo del Paese e colpito maggiormente quelle categorie che già facevano fatica. Mi riferisco in particolare ai giovani, il cui ingresso nel mondo del lavoro viene costantemente rimandato e con la piaga sempre più diffusa dei NEET; alle donne, ancora costrette troppo spesso a scegliere tra la maternità e la carriera e che in questa crisi hanno visto diminuire il proprio tasso di occupazione e aumentare l’impegno in casa; alle partite IVA, duramente colpite dalle chiusure e meno tutelate. La pandemia ha messo a nudo quelle disuguaglianze che già premevano sulla tenuta del nostro modello sociale. 

È questo il tempo, dunque, per chiedersi quali saranno gli effetti più impattanti che riguarderanno l’Europa, l’Italia, il nostro territorio, per interrogarsi su come rispondere ai licenziamenti, per domandarci cosa possiamo mantenere di positivo rispetto allo smart working e cosa invece dovrà essere rivisto per garantire ambienti di lavoro sicuri, che rispondano alle esigenze di chi li abita. 

Siamo, infatti, davanti a una metamorfosi non solo della qualità e della quantità di lavoro ma, anche grazie al processo di digitalizzazione, a un cambiamento di quel paradigma chiamato “luogo di lavoro”: l’impianto normativo e contrattuale, che fino a oggi ha retto grazie a quella struttura industriale che ha scandito la vita dei lavoratori negli uffici o nelle fabbriche, andrà rivisto.

Come ha ben spiegato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 1° maggio del 2020: “Molto cambierà nella vita delle nostre società. Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne. […] Il ruolo degli imprenditori – piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese – appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive”.

Massima attenzione dovrà anche essere data alla legalità, mettendo in campo strumenti di contrasto al lavoro nero, a condizioni di sfruttamento, in particolare offrendo risposte concrete a quei settori in difficoltà che corrono il rischio di trovare nella disperazione un rifugio facile ma a caro prezzo. Il protocollo recentemente sottoscritto da Istituzioni, enti, associazioni e istituti bancari per il contrasto del fenomeno dell’usura in provincia di Lecco va proprio in questa direzione: dobbiamo essere attivatori degli anticorpi. Stare all’erta, intercettare i segnali deboli e far scattare subito i meccanismi di reazione, al momento giusto: per fare questo il sistema Stato deve essere capace di fare rete, di essere presente fin da subito per il cittadino vittima di reato.

In questi lunghi mesi di pandemia Lecco ha mostrato il suo volto più solidale: dalle associazioni di volontariato per la consegna di spesa e medicinali a domicilio alle squadre di Croce Rossa e Protezione Civile, passando per i medici, gli infermieri e il personale sanitario. E ancora le Forze dell’Ordine, la Caritas, le parrocchie, i circoli, Auser e Anteas, i City Angels, le raccolte fondi della Fondazione Comunitaria e i servizi del Comune dedicati. A questo proposito desidero ricordare proprio quegli strumenti messi in campo per far fronte alle difficoltà economiche delle famiglie: Lecco Solidale, il Punto informativo e di orientamento, lo stanziamento di 1 milione e 100 mila euro per le realtà del terzo settore e del mondo economico-produttivo. 

Anche nei prossimi mesi Lecco e il suo territorio non mancheranno di trovare forme innovative affinché imprese, organizzazioni sindacali, enti e Istituzioni possano fare rete e garantire per tutti che si concretizzi quanto scolpito nell’articolo 1 della nostra Costituzione. Occorre creare nuove opportunità di lavoro, intercettando le occasioni che arriveranno grazie ai fondi del Next Generation EU e mettendo in pratica in tutti i settori quella “transizione ecologica, energetica e digitale” per essere capaci di ripensare la nostra società in un’ottica di maggiore sostenibilità. 

Il lavoro, se tutelato, sicuro, dignitoso, è infatti il nostro bene più prezioso: chi ha lavoro, ha quanto serve per la sua sussistenza, ha indipendenza e, soprattutto, ha la libertà. 

In questo primo 1° Maggio, in cui vediamo l’uscita dal tunnel dell’emergenza sanitaria, dobbiamo noi tutte Istituzioni essere pronte per progettare insieme la ricostruzione, per garantire a ciascuno – specialmente ai più giovani – il diritto di realizzarsi nel lavoro e contribuire a ridisegnare una nuova Italia con speranza e fiducia nel futuro.

Perché, come recita lo slogan di questo 1° Maggio, “l’Italia si cura con il lavoro”.

Buona Festa dei Lavoratori!
Grazie,

Mauro Gattinoni
Sindaco di Lecco

LA LETTERA DEI SINDACATI

PRIMO MAGGIO A LECCO: CGIL CISL E UIL RILANCIANO SUL FUTURO