“DOPO LA FINI-GIOVANARDI” DIBATTITO DEI GD A GALBIATE
SULLE DROGHE LEGGERE

serata gd3GALBIATE – Domenica alla Festa Democratica di Galbiate, ha avuto luogo l’evento “Dopo la Fini-Giovanardi: quale futuro per le droghe leggere?“, organizzato dal circolo Alta Brianza e laghi dei Giovani Democratici. La discussione, moderata da Fabio Landrini di LeccoNews ha visto Diana De Marchi (responsabile Diritti e Legalità del PD lombardo) e Marco Parenti (docente di Farmacologia all’Università Milano-Bicocca) affrontare il delicato e attuale tema delle politiche sulle droghe leggere.

La De Marchi, dopo aver brevemente descritto la legge Fini-Giovanardi e la Iervolino-Vassalli (rientrata in vigore dopo la dichiarazione di incostituzionalità della prima), ha esposto il Disegno di Legge presentato lo scorso febbrario dall’On. Giuseppe Civati, che assomma alcuni progetti elaborati negli anni passati. L’obiettivo di questo ddl, firmato tra gli altri dalla lecchese Veronica Tentori, è cercare di contenere i danni causati dal consumo di droghe leggere senza intraprendere la via della repressione. Inoltre, secondo la politica milanese, legalizzare la cannabis porterebbe notevoli benefici economici e occupazionali, oltre a ridurre i costi carcerari, puntualizzando subito che però il dato economico non può essere prioritario rispetto alla salute del cittadino.

serata gd2Marco Parenti invece ha illustrato i principali effetti che il consumo di cannabinoidi causa nell’organismo. Essi si distinguono tra effetti acuti (che si presentano cioè contestualmente al consumo) ed effetti cronici (che permangono nell’organismo in seguito ad un uso prolungato di tali sostanze). Tra i primi ha elencato i danni al coordinamento motorio, l’alterazione delle percezioni sensoriali, il cambiamemto umorale e il cambiamento delle prestazioni cognitive, soprattutto per quanto riguarda la memoria a breve termine. Gli effetti cronici invece non sono ancora stati definiti con accuratezza scientifica, anche se vi sono alcune evidenze per quanto riguarda il danno alla memoria. Inoltre l’uso cronico di cannabis potrebbe aumentare il rischio di sviluppo di alcune psicosi. Nonostante ciò, ha anche ricordato che i cannabinoidi abbiano anche importanti usi a scopo terapeutico come anti-nausea e anti-vomito per chi è in chemioterapia, l’uso per aumentare appetito e peso nei malati di AIDS, come anti-spastici per i pazienti affetti da sclerosi multipla e soprattutto come antidolorifici efficaci anche laddove gli oppiodi (ad esempio la morfina) non hanno effetto.

serata gd4Quindi, se da un lato sarebbe fondamentale legalizzare il consumo di cannabis a scopo medico, dall’altro delle perplessità restano sul consentirne un consumo a scopo ricreativo, poiché equivarrebbe a rendere pienamente legittimo l’uso di sostanze comunque tossiche, come in effetti anche tabacchi ed alcolici sono. In definitiva, come bere un bicchiere di vino una tantum non comporta rischi particolari per la salute e per la società, mentre berne quantità elevate di frequente sì, così con il consumo di droghe leggere: se dovessero essere legalizzate, starebbe alla coscienza del singolo farne un uso moderato, a patto che fin dalle scuole si faccia una corretta informazione sugli aspetti positivi e negativi che queste sostanze provocano, come del resto da alcuni anni sta già avvenendo per l’alcol e il fumo.

Michele Castelnovo