CARTA VETRATA/MARCIA PRO RUSCONI, “NESSUNO SENTIVA BISOGNO DI SPIEGAZIONI?”

marciarusconi2Non abbiamo fatto in tempo, io e la mia famiglia, a partecipare alla marcia silenziosa in solidarietà all’ex Sindaco Marco Rusconi dello scorso martedì tenutasi a Valmadrera.

Eravamo indaffarati, da giorni, a trovare una ragione sul perché dovevamo parteciparvi non avendo io letto le carte dell’inchiesta (c’è una casa da tirare avanti) e mio marito invece avendole lette fin troppo (questa casa -non- è un albergo).

Passavano le ore e poi i giorni ed eravamo sempre in ballo.

Sembrava una partita di tamburello.

Mio marito che come un navigato uomo di Legge e di aeroporti internazionali camminando tre passi avanti come davanti a Corte e Giuria popolare – era invece solo mia suocera che doveva accordarsi per tenere i bimbi – che pontificava sulla possibilità di colpevolezza: “lo dicono le carte, lo dicono le carte” e io che non solo non sono navigata ma manco so nuotare in mezzo a Leggi e Tribunali – prova ne è che sono probabilmente l’unica casalinga che all’ora di pranzo non guarda Forum alla tivù – che cercavo un appiglio umano, per convincerlo che fosse giusto andarci. “dicono che è un brav’uomo che viene dall’oratorio”

Era in fin dei conti una marcia silenziosa, pensavo tra me e me così da entrare già nel personaggio muto, chi non ha nulla da dire è servito come davanti ad un buffet.

Io e mio marito eravamo ognuno a buttare la palla nel campo dell’altro.

Le ragioni dell’uno nel campo dell’altro che a sua volta buttava le sue, e quelle buttate precedentemente nel proprio dall’altro, tutte in quello di quell’altro…

Una, due, tre, quattro volte. Tira i dadi, torna indietro di due caselle. Stai fermo un turno. Vai in prigione senza passare dal via.

Ed è stato qui che di botto: alla parola prigione mia suocera si è alzata dal divano e come Pertini dalla sede del CLN nel 1945, da ferma, ci ha tirato due sberle che dal via ci siam passati almeno 3 volte, senza toccare terra. Da ferma.

Ci ha detto infatti: Ma voi non siete mica gli stessi che facevano i girotondi intorno a Palazzo di Giustizia a Milano, scudi umani per la Boccassini e il giudice del “Malore attivo” dell’anarchico Pinelli buttato, ops! caduto, giù dalla finestra della Questura di Milano il 15 dicembre 1969 quando l’imputato, l’indagato era Berlusconi?

Panico, gelo.

Contrordine compagni soprattutto piddini.

Ora la Magistratura si può contestare.

Ma proprio la Boccassini doveva mettere in galera il nostro Sindaco?

“Giù le mani dalla magistratura”, “Berlusconi ed i suoi lecchini è arrivata la Boccassini”

Eravamo sulla cresta dell’onda. Berlusconi aveva le ore contate, se non erano ore, sicuramente giorni, se proprio giorni poi non dovevano essere, sicuramente settimane non mesi. E poi basta Caimano, per sempre.

Ecco più o meno oggi siamo alla 648a settimana. Berlusconi è ancora lì e da 647 settimane i girotondi son tornati giù per terra.

E quindi, parla, discuti, ricorda questo e ricorda quell’altro siam rimasti a casa.

Leggo solo oggi che la marcia di solidarietà c’è comunque stata.

I girotondini – non solo di Valmadrera – erano in prima fila, ma anche nella seconda, nella terza, quarta, ventesima. Era pieno.

Lo avremmo circondato ancora.. – che bei tempi quando eravamo giovani.

Va bene la solidarietà, ma prima non è meglio chiarezza e spiegazioni.

Nessuno sentiva il bisogno di spiegazioni, ne avvertiva, in questi giorni, un forte bisogno?

Spiegazioni che dovrebbero arrivare prima di una pacca sulla spalla, di una camminata di sostegno o di una sentenza. Spiegazioni che sembrano invece non interessare.

La santificazione del Sindaco con quella marcia di martedì è stata in realtà un mortificante episodio di infantilismo civico.

Ci vorrebbe qualcuno che spieghi la gravità delle responsabilità politiche ancor prima che giudiziarie. Noi lì parteciperemmo. Chissà se anche i marciatori.

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