AMNESTY A LECCO DA 20 ANNI:
SERATA NEI PANNI DEI RIFUGIATI

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VALMADRERA – Un anniversario importante quello celebrato giovedì 28 maggio presso il Centro Fatebenefratelli di Valmadrera. O meglio, più di uno. Con la serata “Dove sta andando il mondo” il Gruppo Italia 211 di Amnesty International ha infatti ricordato i vent’anni di attività, ai quali si sommano anche i quaranta della sezione italiana e i cinquanta dalla fondazione dell’organizzazione internazionale che conta oggi due milioni di soci e più di cinque milioni di attivisti nel mondo.

Il gruppo lecchese ha scelto di festeggiare questo traguardo con ospiti importanti: Paolo Pobbiati, già presidente di Amnesty International Italia, e Flaminio Maffettini, di Amnesty International Lombardia. Durante la serata, moderata da Chiara Vassena, è stato analizzato  il “Rapporto sui diritti umani”  stilato nel 2014, con un approfondimento sull’Italia, passando dalla legge sulla tortura, alla violenza sulle donne e l’omofobia, per arrivare al fenomeno dei migranti. Una ritratto allarmante, come sottolineato da Paolo Pobbiati, emerge dall’analisi di Amnesty, che prende in considerazione la situazione di circa 160 paesi: “Il 2014  è stato un anno in cui si sono aggravati numerosi conflitti a livello globale e si respira un clima di terrore simile a quello seguito all’11 settembre” ha spiegato l’attivista.

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“Milioni di persone sono intrappolate oggi in situazioni di violenza, sotto la minaccia, sia di gruppi armati che di forze statali”. Conseguenza diretta è dunque un flusso di profughi di dimensioni enormi a cui le istituzioni non hanno saputo dare una risposta soddisfacente: “Dove sta andando il mondo? E’ evidente, sta venendo in Europa” ha spiegato Maffettini, esperto di rifugiati “e invece che accogliere i migranti, ed essere orgogliosi di esser noi ad ‘ospitare’ e non ad aver bisogno di asilo, ci preoccupiamo di controllare i confini, mentre si consuma una vera e propria strage nel Mediterraneo”. Alla base di questo atteggiamento anche un’errata percezione dei clandestini, aggravata dalle notizie dei media, che contribuisce a creare pregiudizi: risulta così difficile mettersi nei panni di chi arriva.

“Si tratta di tematiche attuali che meritano di essere approfondite” ha affermato il vicesindaco Raffaella Brioni. E per fortuna Amnesty continua a farlo, dimostrando che un mondo migliore è possibile: “Sono molto orgoglioso di far parte di questa realtà: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose e questa organizzazione, al contempo, è riuscita a farmi diventare una persona migliore”  ha concluso Pobbiati.

In fondo come ricordava Peter Benson, fondatore di Amnesty International, “E’ meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”.