LETTERE A LECCONEWS/MAGNI:
LA FORMA SOCIETARIA NON METTE
AL RIPARO L’ACQUA PUBBLICA

Gentile Direttore

Gli eventi che la cronaca lecchese ci racconta attorno alla vicenda infinita del S.I.I. (sistema idrico integrato) e del suo affidamento, impartiscono una  lezione inequivocabile.

La forma societaria, anche in house, non mette al riparo da scelte antipopolari, antidemocratiche e antireferendarie.

Gli amministratori delle società fanno scelte che non rispondono ad alcun controllo democratico: Non rispondono ai sindaci soci, non rispondono a fantasmatici, quanto ad ora inesistenti, Comitati di Vigilanza.

Il così detto controllo analogo in cui tutti si rifugiano per perorare la causa dell’house providing è solo una chimera, se un amministratore unico, appena eletto, anche in una società di primo livello, come Idrolario, può fare quello che vuole e decidere con un gesto di inaudita leggerezza e in perfetta solitudine di rinunciare alla gestione del servizio idrico.

Solo per fare un piacere e accondiscendere al potentato di Lario Reti Holding e alla sua Idroservice che di requisiti per l’affido non ne ha al momento alcuno.

L.R.H. che ha lesinato ai suoi Comuni-Soci i dividendi è improvvisamente diventata generosa, nel rimpinguare gli esausti bilanci dei Comuni, anche anticipando i dividenti per il prossimo anno, in specie di quello di Lecco, colpito da una riduzione di trasferimenti di 3 milioni di euro.

Il problema non è che le “larghe intese” funzionano a Lecco anche in “salsa renziana”.

Il problema non è l’evidente debolezza, mascherata da esercizi muscolari di chi piazza come amministratori solo “amici” che suonino all’unisono la grancassa di L.R.H. e ne assecondino le sue volontà e velleità finanziarie.

Il problema è che quel poco di controllo popolare e di partecipazione democratica della cittadinanza e degli utenti è garantito solo da una Azienda Speciale Consortile, dove anche i Sindaci e i Consigli Comunali, hanno un qualche ruolo di indirizzo e di controllo; altrimenti stracciato. Come da esempi di cui sopra.

Anche il Sindaco di Merate forse se ne è accorto e ha capito che la nostra richiesta di Azienda Speciale non è un orpello tattico e nemmeno una “retorica”. Era l’unico modo per garantirsi dal prepotere societario. E andava fin da subito presa sul serio.

Insistiamo! L’Azienda Speciale è ancora la via maestra, la via anche più breve e la meno costosa.

Le furbizie e le manovre che sembrano “riuscite”  nascondono ancora vicoli ciechi, difficilmente superabili. L’Azienda Speciale, è più che mai attuale.

Alessandro Magni
del Comitato Lecchese per  l’acqua pubblica e i beni comuni

acqua pubblica comitato