CARTA VETRATA, IL RITORNO/
L’ERA DELLA VANVERA STELLATA
COI SOLDI DEGLI ALTRI

Fra due lunedì inizia scuola. È tempo di riportare i bambini a casa. Compiti delle vacanze, fatti. Ultimi giochi, fatti. Ultime sabbiature, fatte. Ultimi scherzi con l’acqua, sia con i secchielli che con le secchiate, fatti. Almeno i primi. Luce spenta, gas chiuso. Porta, chiusa pure quella. Fatto tutto. Famiglia pronta, tutti in macchina.

Marito che guiderà con il gomito fuori – lo so mi vergogno ma che faccio, lo faccio scendere? io non so guidare – ragazzi che già litigano su quanto deve star dietro uno e poi dare il cambio, ed io che, di fianco al mio consorte, ho il compito di tenere sveglio lui, far star zitti i figli e gestire la consolle dell’autoradio. Tutto contemporaneamente.

No, Emis Killa e Jovanotti no. Non si ascoltano. Qui c’è gente che, comunque la si pensi, un lavoro serio ce l’ha.

Le vacanze son finite. Ora si torna seri. Tutti.

Ah no, scusate mio marito ha voglia di scherzare ancora, e mi raccolta la storia di un tipo – un tale da Mandello – che ieri l’altro, senza nemmeno venire in spiaggia, ha costruito un Castello per aria. Spacciandolo per vero. Come fosse Totò. Credendosi Totò.

La Fontana di Trevi per turisti creduloni è un percorso manco per le biglie – sulla spiaggia nemmeno più i bimbi ci giocano – qui spacciato con un altro nome: “Anello ciclopedonale Mandello-Lecco-Onno”. Lo propone il M5S, sezione locale: “vediamo chi ci casca”.

Partendo da Mandello e attraversando Abbadia rotolando giù come un ponte levatoio sul fossato dei pesci all’amo di quella finta pista ciclabile che va sotto il nome di Pradello/Tranello, si raggiungere Lecco seguendo la sponda del lago per poi – se non ti sei ancora svegliato – far ritorno a Mandello passando da Malgrate, Parè, Valbrona fin su a Oliveto Lario utilizzando pure – perché arrivando l’Expo, vuoi mica non fare un po’ il bauscia – un traghetto ecocompatibile elettrico alimentato da rulli o all’occorrenza grilli o grulli che dir si voglia.

E’ tutto pronto. E’ tutto disegnato sul computer, perché nella realtà ci si ammazzerebbe ora, ma si sa, la rete, il web, è il futuro.

Il futuro che come cantava il mio amore giovanile Enrico Ruggeri. “è un’ipotesi, forse il prossimo alibi che vuoi, il futuro è una scusa…”.

Qui basta essere un ciclista e ti credi Moser, basta essere un ciclista e disegni progetti di piste ciclopedonali anche sull’acqua e su fogli di giornale.
Tutto fintamente bello, tutto fintamente pronto e poi cosa ti dimentica di reale il gregario Totò?

I soldi, le palanche, l’argent, gli sghei, gli euri, quelli veri. Basta solo una dichiarazione senza un conto economico, un piano finanziario, collegata con il mos maiorum, cioé l’humus agricolo della nostra storia: braccia rubate all’agricoltura. E trovi spazio sui giornali. Raccogli voti. Nemmeno ai tempi di Cirino Pomicino…
Potere agli sconvolti.

Ci salveranno gli sconvolti: così fuori dalla realtà da far sembrare lo stato attuale, al loro confronto, l’Atene di Pericle.

Quindi Biciclette di tutto il mondo unitevi. Ciclisti viaggiate per aria, tra le stanze del castello, riempitevi i polmoni di aria fritta, chissà che non ci scappi una lista tutta cromata, con alcune stellette per dare anche a voi l’ebrezza di una candidatura a sindaco del vostro Paese.

Il nostro tale da Mandello è già stato eletto: Sindaco dei castelli per aria.
Cosa non si fa per farsi eleggere nell’Era della Vanvera.

Siamo arrivati.
Il viaggio è volato via.
Bella tecnica, non c’è che dire, quella di mio marito.
A parlare del nulla il tempo passa volando. E i bimbi dormono.
Da grandi faranno gli elettori o i candidati?

carta vetrata firma