OGGIONO – Il 2 maggio 1519, esattamente 500 anni fa, moriva Leonardo Da Vinci, probabilmente la più grande mente che l’umanità abbia mai conosciuto. Il genio versatile dell’uomo originario di un comune di 15mila abitanti nei pressi di Firenze, manifestatosi nei più svariati campi dalle scienze alle arti figurative, è già stato oggetto di celebrazioni in tutta Italia negli ultimi mesi e verrà omaggiato per tutto il 2019.
I Comuni di Oggiono e Annone Brianza, in occasione dell’anniversario della sua morte, che coincide di fatto con la ricorrenza della festa dei lavoratori, hanno siglato un patto d’intesa che si concretizzerà nei prossimi due mesi in una serie di iniziative congiunte. Lo scopo è non solo quello di celebrare la figura di Leonardo, ma di stimolare la riflessione intorno ad alcune tematiche centrali nella produzione del genio toscano e oggi più che mai attuali. “Sono in particolare i temi dell’acqua, approfondito da Leonardo nel suo Codice Atlantico, di questi tempi bene sempre più prezioso e da preservare, e dell’arte quelli sui quali abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione – ha spiegato Elena Ornaghi, assessore alla Cultura di Oggiono – Mi auguro che questa ricorrenza ci sia utile per ricordare e apprezzare il nostro patrimonio e le bellezze che abbiamo sotto il naso e di cui troppo spesso ci dimentichiamo. Imparare a proteggere e custodire queste ricchezze è una missione che tutti dobbiamo condividere per amore della cultura ma anche per un senso di civiltà”.
Per inaugurare il calendario degli eventi in onore di Leonardo sulle due sponde del Lago di Annone, spazio allora agli attori di Stendhart, scuola oggionese di danza e recitazione, che guidati dal loro maestro Nicola Bizzarri hanno portato in scena mercoledì pomeriggio nel cortile di Villa Caccia Dominioni “Il furto della Gioconda – una storia vera”, spettacolo che ha debuttato lo scorso anno, scritto e ideato da Bizzarri con l’intenzione di portarlo in tournée proprio in occasione dell’anno leonardiano (il prossimo appuntamento sarà a Mandello l’11 maggio).
“Come suggerisce il sottotitolo, tutti gli avvenimenti rappresentati sul palcoscenico sono realmente accaduti e i personaggi citati realmente esistiti – ci spiega il suo creatore – Per questo motivo mi piace chiamarlo docu-spettacolo. Dalla scoperta di un fatto collaterale al furto del dipinto che mi ha particolarmente colpito è nata l’idea dello spettacolo. Una concatenazione di eventi a dir poco rocamboleschi e che si prestano decisamente a una loro drammatizzazione ha segnato in maniera indelebile la vita di numerose persone, dalle più umili alle più note, e nel caso di Apollinaire ne ha persino determinato indirettamente la morte”.
E Picasso e Apollinaire sono solo i più conosciuti dei tanti personaggi coinvolti nelle tragicomiche vicende che ruotano attorno allo storico furto di quella che può essere facilmente definita l’opera d’arte più conosciuta al mondo, nonché uno dei massimi simboli della cultura italiana all’estero, il ritratto della Monnalisa. Furto avvenuto il 21 agosto del 1911 e che paradossalmente determinò in gran parte la smisurata fama dell’italianissima opera e del museo francese che la ospitava, il Louvre. Come italianissimo fu l’autore del crimine, quel Vincenzo Peruggia che da umile e dileggiato emigrato e vetraio addetto alla messa in sicurezza delle opere del Louvre, passò alla storia come eroe patriottico capace di restituire per breve tempo la Gioconda all’italica patria, o come uno dei ladri più improbabili e famosi di sempre. Dipende da che punto di vista la si voglia guardare, insomma.
Una storia dai risvolti surreali, epici e demenziali che ha saputo ritagliarsi un posto nel mito nonostante si sia accavallata nel tempo a eventi “leggermente” più rilevanti e d’impatto come il naufragio del Titanic o lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Tutto questo è stato messo in scena dagli allievi di Stendhart con la solita cifra umoristica, a tratti visionaria e sempre estremamente coinvolgente tipica di Bizzarri in un mix di fiction, cronaca giornalistica e parodia che ha appassionato e divertito i presenti.
Lo spettacolo è stato preceduto da un prologo per così dire interattivo. Il pubblico è stato invitato da un cicerone d’eccezione, Marco d’Oggiono, il celebre allievo di Leonardo che ha avuto i natali proprio nella cittadina brianzola, a raggiungere il luogo della rappresentazione formando un corteo partito da piazza Garibaldi e che si è snodato per le vie del paese. Da lì gli esercenti delle principali attività commerciali hanno partecipato esponendo su vetrine e serrande manifesti, volantini e ritagli di giornale che hanno permesso ai presenti di ricostruire gli antefatti della vicenda, dalla vita di Leonardo alle circostanze nelle quali la Gioconda ha visto la luce, dalle speculazioni sulla vera identità della Monnalisa, al racconto di come il dipinto venne venduto dallo stesso autore al re di Francia ed entrò di diritto nel patrimonio dei reali di Francia, per poi approdare al Louvre ed essere trafugato da un italiano che nella sua immaginazione voleva vendicare il furto (mai) compiuto da Napoleone.
Un simpatico modo per celebrare il genio e la creatività di un uomo e di un intero popolo e il fascino misterioso e ambiguo che uno dei sorrisi più celebri della storia continua a esercitare sul mondo intero. Anche dopo cinquecento anni.
Fabio Ripamonti