LECCO – Prosegue la rubrica dedicata ai racconti che da oltre due mesi delizia i nostri mercoledì. Ci accompagna la penna di Antonella Straziota, autrice di Malgrate specializzata in storie e favole per bambini, che ogni settimana proporrà una sua opera originale.
Se volete pubblicare un vostro testo (per l’infanzia o meno), inviateci i racconti alla mail di Lecco News.
Buona lettura.
Iride e il festival dell’arcobaleno
Lassù, nel cielo blu, viveva una piccola nuvoletta di nome Iride, che era molto incuriosita dal mondo che vedeva giù in basso. Infatti, ogni giorno passava ore intere a guardare i colori e a seguire quelle strane scie che si formavano, scatenando la sua fantasia al punto da desiderare di vivere lì, in quel posto così diverso da quello in cui viveva.
Un giorno, mentre giocava con le altre nuvole, si ritrovò a trasformarsi in una goccia e questo le diede modo di mettere in atto un piano che aveva in mente da qualche tempo.
“E se ora mi lasciassi cadere giù?” si chiese e, senza pensarci due volte si lasciò andare, precipitando dentro un lago. Qui si trovò in compagnia di anatre, cigni e pesci che le facevano il solletico; infastidita da loro, uscì dall’acqua per assumere un’altra sembianza… vide un oggetto che la incuriosì parecchio: era una cosa tonda che rotolava e così si trasformò in una palla, che fu subito addentata da un cagnolino, con cui fece presto amicizia.
Iride e il cagnolino Pulce, divennero inseparabili. La piccola nube/pallina, insieme al suo amico e alla sua famiglia umana, visse giorni felici: vide luoghi davvero belli e incantevoli, ma soprattutto imparò tante cose. Un giorno, però, avvertì, in modo chiaro e forte, suo nonno Tuono che la chiamava, e successivamente udì anche il suono della voce di sua nonna Saetta, proprio mentre il suo amico cagnolino si andava a nascondere, impaurito, sotto il letto.
“Ma come? Pulce ha paura della voce dei miei nonni che mi chiamano per partecipare al nostro spettacolo preferito?” si chiese, incredula. In quel momento comprese che quello in cui stava non era il suo mondo e così, uscita dalla casa, riprese la sua forma originaria e, aggrappandosi alle ali di un’aquila, ritornò in cielo.
Qui tutti la accolsero con molto affetto, non prima di averla rimproverata per essere sparita all’improvviso. “Sei arrivata giusto in tempo per lo Spettacolo!” le disse mamma Pioggia. “Forza, cambiati e metti il tuo abito più bello!”
“Lo Spettacolo!” mormorò Iride, che viveva l’evento con uno stato d’animo combattuto: se da un lato, infatti, era contenta ed entusiasta, dall’altro ripensava al suo amico Pulce che ne aveva tanta paura… e questo la incupiva.
Quando poi vide nell’armadio i suoi abiti, li trovò davvero molto tristi… ma, frugando nelle tasche, ritrovò i souvenir che aveva portato con sé per raccontare ai suoi amici e ai suoi genitori ciò che aveva visto ed ebbe un’idea: prese un po’ di erba, un po’ di acqua del fiume e un po’ di fiori, li mescolò bene fra di loro e li gettò sul suo abito più bello, trasformandolo in un bel vestito variopinto.
Quando mamma Pioggia la chiamò, perché era giunto per lei il momento di entrare in scena, rimase a bocca aperta: “Ma che hai fatto? Hai rovinato l’abito che ti avevo fatto per il nostro evento?” ma non fece in tempo a dire altro, perché le altre nuvole ormai avevano coperto il cielo e lo spettacolo stava iniziando… “Finiremo il discorso dopo, adesso devo andare!”
Terminata l’esibizione di mamma Pioggia, Iride si unì alle altre nubi, bianche e grigie, per ringraziare Madre Natura che aveva permesso anche quella volta di dare sfogo a tutta la loro energia e creatività, schierandosi in cerchio…
Ma, quello che nessuno si aspettava, Madre Natura per prima, fu la magia che l’abito di Iride aveva portato con sé. Infatti, l’abito variopinto era riuscito ad abbagliare tutte le altre nuvole, che avevano assorbito i suoi colori, che si irradiarono su Madre Natura, trasformando le nuvole in un incantevole arco, che Iride denominò Arcobaleno.
Nacque così il Festival dell’Arcobaleno, evento, organizzato e presentato dalla piccola Iride e dalle sue amiche, che, di volta in volta divenne sempre più ricco di esibizioni e sorprese.
E un giorno, che fu per Iride quello più felice, a conclusione del Festival, si presentò sul palco il suo amico cagnolino, che aveva percorso l’intero arco per ben due volte, scodinzolando per la felicità e ringraziandola, perché grazie all’Arcobaleno aveva imparato che spesso ciò che ci fa paura può nascondere qualcosa di incredibilmente bello.
Antonella Straziota
Nasce a Bari nel 1971, laureata in scienze politiche, da dieci anni vive a Malgrate.
La sua passione è scrivere per diletto, e grazie alla sua immaginazione scrive racconti per bambini.
È autrice dei libri “Favole e… favole” e “Natale con fantasia” pubblicati in self-publishing, e della collana “Ai e Sil alla ricerca della sicurezza perduta” (raccolta di sei libri per bambini sul tema della sicurezza), pubblicato dalla casa editrice AIESiL. Ama la natura, la lettura, i gatti e fare passeggiate.
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