Non è certo cronaca il brano di Scrittura che in questa domenica, in questa festa liturgica e del cuore, ci è offerto oggi. La divina maternità di Maria è dono da sempre pensato dalla grandezza divina per l’umanità tutta e, naturalmente, per la Vergine. È bello che la nostra tradizione ne faccia ricordo e festa – secondo tradizione antica – proprio qui, a ridosso del Natale: l’evento che cambia il tempo, segna la storia, non tanto quella dei libri, che quando riesce, rimane solo seconda al tempo vero dell’uomo. La maternità di Maria ci dà Gesù, l’uomo Dio che donerà vita nuova ad ogni uomo.
Sono pochi giorni, dieci, che abbiamo fermato l’attenzione su quel saluto dell’angelo, che è poi dichiarazione divina: “Χαῖρε, κεχαριτωμένη, ὁ κύριος μετὰ ⸀σοῦ. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Quel saluto, quella dichiarazione, è fatta, (io credo con oculata attenzione) riprendendo voce, profetica e simbolica, antica del profeta Sofonia (3,14-18). Così che evochi ben oltre la persona di Maria, neppure solo Gerusalemme, o l’antico popolo santo di Dio, ma l’umanità intera: l’evento della Maternità di Maria è gioia incontenibile per tutti gli uomini: di lì principia senso nuovo per l’intera umanità. “
Hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo”. Il dono più grande, che fa fiorire la donna nella vita e per la vita, la maternità, in Maria è addirittura dono del dare vita al Figlio di Dio, a Dio. I padri di Efeso si sono tanto lisciati la barba per definire questa grandezza: la Madonna e la Madre di Dio! Gesù è persona unica che abbraccia entrambe le nature: la nostra di fragilità e quella luminosa, grande – sua da sempre – ch’è quella divina.
A Maria è dato anche segno della degnazione gioiosa di Dio, naturalmente segno di vita: Elisabetta ha – incredibile grazia – concepito, è addirittura al sesto mese. Maria si dichiara con umiltà “Serva del Signore”, ma questa umiltà assume il titolo antico delle profezie, se ne accorgerà incontrando proprio Elisabetta sfogando cantico di verità e gioia, “L’anima mia Magnifica il Signore… tutte le genti mi diranno beata”. Viviamo questa festa che ci introduce al Natale nella gioia (Rallegrati figlia di Sion!), certo di onore a Maria, ma, proprio per questo nostra, di famiglia: le siamo davvero, e nella gioia festosa, ancor più ci sentiamo suoi figli.
Don Giovanni Milani