MALGRATE – La Casa sull’Albero, design boutique hotel di Malgrate, ospiterà la personale di Martina Antonioni, dal titolo “E non so a chi dirlo”, in collaborazione con la galleria Federico Rui di Milano. La mostra sarà inaugurata martedì 7 maggio e verranno esposte dieci opere realizzate nel corso dell’ultimo anno dall’artista fino al 30 settembre 2019.
Le opere esposte sono una ricerca sull’equilibrio tra forma e sostanza, tra detto e non detto, tra pieni e vuoti, laddove il colore, quando usato, serve a rimarcare la vitalità di un elemento e a enfatizzare la sua essenza nella composizione. Una figurazione che perde la sua caratteristica descrittiva, dove gli elementi parlano di molteplici possibilità in una sorta di racconto senza uno schema prefissato. Immagini libere suggeriscono allo spettatore incontri possibili, nel silenzio di un sogno come nel vuoto di un pensiero ineffabile, come fossero pezzetti di un puzzle da ricostruire.
Martina Antonioni (Milano, 1986) interpreta una figurazione in chiave post informale, dove i vuoti sono tutt’uno con la composizione. Pochi gesti e pochi tratti danno un tracciato, un’idea, un sogno. Quasi si vuole solamente suggerire una composizione, e l’animo dello spettatore è libero di finire il racconto iniziato secondo la sua sensibilità. Marta Gabriele così descrive il lavoro di Martina Antonioni: “In questa surrealtà astratta, onirica e concreta, il suono non si distingue dal rumore, così come il segno dalla forma e il vuoto dallo sfondo. Le opere nascono dalla indefinita imperfezione che caratterizza la vita, dove immaginario e reale, linea e colore si incontrano, accogliendo l’una nello spazio incompiuto dell’altro, lasciando trasbordare l’una l’esuberanza dell’altro, in una infinita trama in divenire”.
“Una mostra d’arte, come la produzione di un artista, non ha mai da essere autoreferenziale: pena, la sua intrinseca vacuità. Se l’arte non ci sorprende, non ci stimola, non ci fa riflettere, non ci coinvolge e non ci parla, non ci mostra qualcosa (l’arte è ineffabile, non dice nulla ma mostra tutto quel che c’è da sapere), in una parola: se-a-noi-non-ci-impegna, l’arte si racchiude nel piccolo universo dell’inutile condannandosi alla precarietà ontologica di un gesto inane.” Così scriveva Emanuele Beluffi nella presentazione alla mostra Dentro la stanza (Galleria Bellinzona, 2012).
“Ospitiamo periodicamente mostre di artisti contemporanei e designer del nostro territorio – dichiara Fabio Dadati, general manager di Casa sull’Albero -. Oltre alla bellezza estetica che dona ulteriore valore alla nostra struttura, l’obiettivo è anche quello di rafforzare il concetto di design che è alla base della filosofia della casa”.
Martina Antonioni, a proposito del suo lavoro, dice: “Come in una caccia al tesoro perpetua, ricerco gli elementi della vita che per me sono significativi. Scomponendo una realtà fatta di memoria individuale, registro e archivio gli indizi che diventano elementi liberi di raccontare la propria storia. Attraverso la creazione di mappe del sentire, in cui il ricordo è libero di sviluppare le proprie potenzialità, la perdita di un centro diventa lo strumento primario e necessario allo sviluppo di racconti possibili. La creazione di corpi fantastici diventa così strumento di emancipazione e dissimulazione del peso della realtà”.