MILANO – Condanne per 52 dei 57 imputati nel processo “Rimborsopoli“. Tra loro ci sono anche i leghisti lecchesi Stefano Galli con il genero Corrado Paroli, Giulio De Capitani e Ugo Parolo ed il ciellino Giulio Boscagli. Prima di loro, avendo scelto il rito abbreviato, venne condannato il democratico Carlo Spreafico.
Il Tribunale di Milano si è espresso questa mattina circa lo scandalo delle “spese pazze” che coinvolse la gran parte dei consiglieri regionali e gli assessori dell’ultima giunta targata Formigoni.
Su tutti spiccarono i casi di Renzo Bossi, “il trota“ figlio del senatore del Carroccio, e di Nicole Minetti già igienista dentale di Silvio Berlusconi. Per il giovane Bossi è arrivata una condanna a due anni e sei mesi mentre un anno e otto mesi è la pena per l’ex consigliera regionale del Popolo della Libertà.
La condanna più alta è quella comminata a Stefano Galli, valsassinese ex capogruppo della Lega in Regione. Per il politico di Pasturo, ora vicino agli ambienti della estrema destra, il tribunale ha sentenziato 4 anni e 8 mesi per i reati di peculato e truffa. Gli episodi sono noti: una consulenza da ben 196mila euro al genero Corrado Paroli – per lui, unico tra gli imputati a non essere un politico, 2 anni e mezzo – e il rimborso di seimila euro per il matrimonio della figlia con lo stesso Paroli (foto a sinistra).
A Giulio De Capitani un anno, due anni e 7 mesi all’ex sindaco di Lecco Giulio Boscagli, un anno e mezzo (pena sospesa) per Ugo Parolo.