RACCOLTA RIFIUTI: IL BIONE E
LA COLAZIONE DELLE GABBIANELLE

bione gabbiani discarica (14)LECCO – Lo scenario pittoresco che avvolge queste fredde mattine nel rione del Bione nasconde qualcosa di insolito, divertente e anche problematico.

Procediamo per ordine. Il torrente Bione, che scende dal Mt. Resegone, costeggia, per chi non lo sapesse, le frazioni di Germanedo, Belledo e Pescarenico, immettendosi così nel lago (senza filtri né depurazioni) proprio sotto l’uscita della ss 36 “Lecco Bione”. La sua discesa incontra “affluenti artificiali” e scarichi che spesso e volentieri non sono per nulla controllati (cosa riscontrata anche negli altri torrenti lecchesi) ed è successo più volte nel corso del 2014 che gli abitanti sull’argine dell’ultimo tratto abbiano riscontrato anomale colorazioni e schiume nel corso d’acqua.

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Tolto il fatto che gli argini siano generalmente trascurati, così come le trappole per i topi, non si può fare a meno di costatare il totale abbandono degli appezzamenti di terra che rimangono coperti dalla rete stradale che passa esattamente sopra “i tetti del Bione”. La recinzione che dovrebbe confinarli e non permetterne il passaggio né la ricreazione dei cani (cosa che potrebbe essere invece pensata e progettata), è spesso e volentieri abbattuta e aperta, favorendo la maleducazione e l’abbandono dei rifiuti.

Ma a sollevare l’umore eccole, bianche e simpatiche, le gabbianelle. Puntuali e di casa, clienti fisse della discarica lecchese, attendono dalle 8.00 alle 9.30 circa la loro colazione quotidiana. Si appostano come soldatesse sull’attenti sul ciglio della superstrada, sui lampioni doppi, sul tetto della piscina, finchè, arrivati gli operatori ecologici della frazione umida, intenti a scaricare i rifiuti, si immergono a piccoli gruppi, perfettamente organizzate, per attingere il pasto. Se le si osserva per un po’ si capisce che il loro cinguettare un po’ rauco non è sintomo di litigio, bensì segnale del turno. Le postazioni non sono casuali e alla fine dell’abbondante colazione, si distribuiscono nella baia, sulla riva e nel lago per ultimare il cibo e riposare.

bione gabbiani discarica (4)Attenzione però a un dettaglio non da poco. Come è risaputo, nonostante le classifiche ci onorino di alte postazioni in tema di raccolta differenziata (che non è sinonimo della rimozione dei sacchi dalla città), l’umido non è per nulla diviso diligentemente da gran parte dei cittadini, che per pigrizia e menefreghismo, appellandosi al “tanto pago”, eliminano ancora con l’umido rifiuti indifferenziati o utilizzano sacchetti non biodegradabili. Le care gabbianelle non lo sanno e spesso prelevano il cibo con altri materiali che le possono avvelenare ed uccidere “in un sol boccone”. Quando va meglio esse stesse abbandonano i frammenti plasticati sulla riva o nel lago stesso. Capite che è una catena?

Chi avesse ancora dubbi in tal proposito e non avesse internet, può recarsi negli appositi uffici comunali sia per informazioni, sia per ricevere gratuitamente una buona dose di sacchetti. Occorre solo presentare la propria tessera della discarica, che ogni cittadino sprovvisto, può richiedere senza costo. E buon appetito alle gabbianelle!

Michele Casadio