VALMADRERA E CIVATE
RICORDANO LE FOIBE
E L’ESODO ISTRIANO-DALMATA

VALMADRERA – Celebrato ieri, con la serataGiornata del Ricordo4 “Con gli occhi nelle pieghe del dolore”,  il “Giorno del Ricordo”  dedicato agli italiani fuggiti da Istria e Dalmazia e alle vittime delle foibe, almeno diecimila persone torturate e uccise nelle terre controllata da Tito. I comuni di Valmadrera e Civate, come era accaduto settimana scorsa con la “Giornata della Memoria” hanno deciso di celebrare insieme questa ricorrenza che da calendario cade il 10 febbraio.

L’auditorium del centro culturale Fatebenfratelli ha ospitato, alle ore 21.00, un piccolo concerto del Coro voci bianche “San Pietro al Monte”: una ventina di bambini dalla prima elementare alla terza media, sotto la guida dell’insegnante Ramona Acquistapace, hanno intonato brani dialettali e canti tradizionali del Friuli-Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia.

Giornata del Ricordo 1«I bambini sono gli adulti di domani, a loro, in futuro, toccherà il dovere di ricordare» spiega Raffaella Brioni, assessore alla Cultura di Valmadrera, affiancata dal collega civatese Angelo Isella: «I nostri comuni si sono uniti nelle celebrazioni siamo felici di aver visto una partecipazione sentita in entrambi gli eventi».

Di seguito è stato proiettato la pellicola “La città dolente” girato nel 1948 da Mario Bonnard, film-documentario che unisce immagini reali, ad una storia, sceneggiata tra gli altri anche da Federico Fellini. E’ la vicenda di Berto, italiano di Pola che nonostante la partenza dei suoi concittadini e infine anche di sua moglie e del figlioletto, decide di restare nella sua città ormai sotto il nuovo governo iugoslavo. Dopo aver manifestato apertamente il suo dissenso nei confronti del sistema, viene però mandato un campo di concentramento per essere “rieducato”. Da lì riesce a fuggire e a raggiungere la costa ma, trovata una barca, viene ucciso dalle guardie di frontiera mentre cerca di dirigersi verso l’Italia.

La serata si è conclusa con l’intervento Giornata del Ricordo (2)di Roberto Stanzione, valmadrerese d’adozione,  dove vive da ormai sessant’anni, ma istriano di nascita: «Siamo stati ‘venduti’ per compensare la partecipazione della Jugoslavia alla guerra» ha spiegato «circa 350.000 persone scapparono verso l’Italia per non sentirsi più chiamare ‘sporchi italiani’: ma anche in patria vennero disprezzati e derisi.»

Commosso dai canti dei bambini e dopo aver omaggiato i sindaci Donatella Crippa e Baldassare Mauri con un quadro raffigurante l’esodo degli istriani, Stanzione ha poi concluso: «Ho passato anni a convincere tutti che, pur venendo dall’Oriente, non ero uno zingaro, come si credeva allora: ho cercato di integrarmi, dimostrando che anche io sono italiano. Da quando a vent’anni lasciai le mie terre, porto sempre una con me una bandiera tricolore, nella quale credo fermamente: è ormai l’unica cosa pulita rimasta in Italia»

Giornata del Ricordo

Chiara Vassena