POSTE, E’ CAOS. SPL-CISL:
“IN PROVINCIA GLI UFFICI
SONO AL COLLASSO”

poste ufficio sportelliLECCO – Crisi nera alle Poste lecchesi. Lo denuncia Slp-Cisl che sta monitorando il lavoro degli uffici in provincia. “I direttori e gli operatori di sportello sono costretti a operare in situazione di fortissima carenza – chiarisce Antonio Pacifico, segretario provinciale Slp –, mentre gli uffici vengono presi d’assalto dalla clientela chiamata ad aggiornare i propri dati anagrafici per rispettare le disposizioni in materia di trasparenza bancaria e antiriciclaggio. Questo avviene nell’assoluta indifferenza per le condizioni lavorative delle prime linee, della percezione del servizio da parte della clientela”.

Non solo, un altro problema riguarda la mancanza di turn-over. “Una decina di colleghi sono pronti per il pensionamento, ma l’assenza di ricambio generazionale, che ormai si protrae da qualche anno, rischia di mettere in ginocchio l’intera attività. Per coprire gli uffici più piccoli i direttori sono costretti a lavorare allo sportello per garantire il servizio alla clientela”. In tutta la provincia la situazione è tutt’altro che rosea. “Uffici come Lecco viale Dante, Mandello del Lario, Valmadrera e Calolziocorte riescono a garantire l’apertura pomeridiana ricorrendo al lavoro straordinario – spiega Pacifico –. Oggiono, Lecco Succursale 4, Dervio, Bellano, Abbadia Lariana e Sirone sono solo alcuni degli uffici che vivono in modo insostenibile la carenza di operatori. Pagnona è priva di responsabile da anni e costringe alla rotazione i colleghi di Colico, che devono percorrere oltre 60 chilometri per l’apertura dell’ufficio”.

Sul fronte del recapito, nulla di buono: l’azienda sembra bloccata in attesa del disegno di legge sulla stabilità che sembrerebbe offrire la possibilità di effettuare il recapito a giorni alterni nelle località con densità abitativa inferiore ai 200 abitanti per chilometro quadrato (25 Comuni su 89). “I centri di distribuzione soffrono per la carenza di personale, cui si pone rimedio con un numero assolutamente insufficiente di assunzioni a tempo determinato: il tutto a discapito di qualità ed efficienza. Nella zona di Barzanò siamo a meno otto, mentre per la zona di Merate siamo a meno sette. L’assenza di scorte, mette a rischio tutta l’organizzazione, tanto che anche il minore degli episodi di malattia provoca disagi per la cittadinanza”.