LEUCI SALVA PER NOVE MESI, GRAZIE AI CONTRATTI DI SOLIDARIETA’. BOSISIO: “NON ABBASSIAMO LA GUARDIA”

LECCO – Vittoria dei lavoratori della Leuci. La storica azienda di Lecco che produce lampadine avrebbe dovuto chiudere il 31 marzo, giorno di Pasqua, ma i 93 dipendenti sono riusciti a posticipare la cessazione dell’attività al 31 dicembre prossimo. “Siamo riusciti a strappare otto mesi di contratto di solidarietà più uno di ferie – spiega Germano Bosisio, rappresentante sindacale della Leuci – fondamentali per poter cercare qualche acquirente che sia disposto a far partire il progetto della Cittadella della luce”. Lo stabilimento rimarrà quindi aperto e i dipendenti lavoreranno a turni con il contratto di solidarietà, quello che hanno tuttora e con il quale lavorano mediamente il 40% delle ore totali settimanali.

L’accordo, trovato lunedì pomeriggio tra i rappresentanti dei lavoratori insieme ai sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil e i legali della Relco group di Giuliano Pisati nella sede di Confindustria Lecco, deve essere ancora firmato dalle parti, ma c’è l’intesa verbale. “Dovremo anche limare alcune piccole questioni – continua Bosisio –, però l’accordo di base è stato raggiunto. Noi comunque evitiamo i toni trionfalistici e non abbassiamo la guardia: il presidio fuori dalla Leuci rimane per continuare a tenere alto l’interesse verso la nostra lotta e ora confidiamo nel grande lavoro delle istituzioni, in primis l’assessore alle Attività produttive Armando Volontè”.

Dal settembre scorso i 93 lavoratori di via XI febbraio sono in presidio permanente fuori dallo stabilimento e hanno organizzato parecchie iniziative per far conoscere alla città la situazione. Pisati, il proprietario dell’azienda, alla fine del 2012, aveva comunicato che la fabbrica avrebbe chiuso i cancelli il 31 marzo, ma i dipendenti non hanno mollato la presa, cercando di coinvolgere l’intero territorio nella propria battaglia, riuscendo così a far slittare la chiusura. Ora, la speranza per i lavoratori e le loro famiglie è che alcuni imprenditori si accordino con Pisati e prendano in mano la situazione realizzando alcuni progetti, in primis la Cittadella della luce, che potrebbero far decollare in pochi anni lo stabilimento lecchese.