QUI LECCO LIBERA: “PALERMO, SOTTOCASA, BRIVIO
E I PARCHEGGI DI VIA TRIESTE”

LECCO METASTASICARTELLOLECCO – Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’associazione “Qui Lecco Libera” sugli sviluppi inquietanti dell’inchiesta “Metastasi”. Che si sta allargando, con il coinvolgimento di oltre cento persone.
.
.

Gentile redazione,

scorrendo le pagine dell’informativa del Nucleo di polizia tributaria di Milano della Guardia di Finanza, allegata all’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Metastasi, ci si rende conto di quanto imprudente fu il tentativo di alcuni di circoscrivere l’uragano del 2 aprile alla sola città di Valmadrera.

Non è così, e prova ne è il numero di persone a carico delle quali è stata effettuata una comunicazione di notizia di reato (57) e le “altre persone coinvolte” (51) nel novembre 2012. 108 persone, dunque, che è improprio equiparare ai 10 arresti intervenuti lo scorso aprile ma che comunque restituiscono l’ampiezza di Metastasi. Ampiezza che è geografica, politica e storica.

Vi sono poi dei collegamenti diretti con quanto poi riportato in ordinanza e ci sono dei passaggi stralciati, probabilmente perché ritenuti irrilevanti o meritevoli di nuovi approfondimenti.

È certo però che alcuni dettagli restituiscono l’inquietante funzionamento di parte della macchina amministrativa, guidata ora a Lecco dal sindaco Virginio Brivio. Lo stesso Brivio che il Gico indicò tra i 57 soggetti della categoria “comunicazione di reato a carico di” per la violazione, nel caso specifico, degli articoli 110 (“Pena per coloro che concorrono nel reato”) e 335 (“Turbata libertà degli incanti”) del Codice penale. È del tutto evidente però che la tesi del Gico non sia stata poi “raccolta” e riprodotta in ordinanza di custodia, dove com’è noto il comportamento del Sindaco di Lecco – seppur stigmatizzato duramente – è stato ritenuto penalmente irrilevante.

Torniamo ai passaggi stralciati ma illuminanti per chi, come noi, ne tratta per le evidenze politiche che ne dipartono: è un esempio plastico il caso già anticipato negli estremi dalla stampa locale, del geometra lecchese Dario Sottocasa – una delle 51 persone “coinvolte” dall’informativa del novembre 2012 -, che risulta indagato a piede libero per concorso abuso d’ufficio (La Gazzetta di Lecco, Il Giorno), e dei suoi interessi al Comune di Lecco.

Stando a quanto riportato dal Gip Ferraro nelle carte degli arresti, l’ormai ex consigliere comunale di Lecco (eletto con il Pd) Ernesto Palermo era il suo “rappresentante”, o facilitatore. “Ernesto Palermo -scrive infatti il Gip – sfruttando la propria posizione di consigliere comunale ha favorito l’interesse del professionista Sottocasa in varie procedure amministrative che coinvolgevano quest’ultimo nei rapporti con l’Amministrazione comunale di Lecco”.

Fin qui nulla di nuovo, come la consistenza delle tre situazioni sulle quali agì Palermo. La cosiddetta “Area Galli” (località Movedo a Lecco), una porzione di territorio che Palermo e Sottocasa “avevano interesse -si legge nell’ordinanza- a rendere edificabile, al fine di attuarvi una speculazione edilizia”, l’alienazione dei “parcheggi di via Trieste” a Lecco “finalizzata alla loro completa acquisizione per una cifra inferiore a quella di mercato” (sempre ordinanza) e i locali in affitto di via Baracca sempre a Lecco di proprietà di una delle compagini sociali riconducibili a Sottocasa e “nei quali a far data dal 1995 e sino all’inizio del 2012 il Tribunale di Lecco aveva collocato in deposito le schede delle varie tornate elettorali”.

C’è un passaggio interessante, relativo ai parcheggi di via Trieste a Lecco, che non è stato riportato in ordinanza ma che si può trovare scorrendo le oltre mille pagine dell’informativa d’indagine allegata.

È l’11 giugno 2011 quando Ernesto Palermo dà conto a Sottocasa di un “incontro là per i parcheggi”. Il presunto obiettivo di Sottocasa, come detto, è che “il Comune di Lecco deliberasse la loro alienazione ad un prezzo ovviamente molto basso rispetto a quello di mercato”Palermo – che secondo gli inquirenti ha un “pessimo profilo morale” – s’incarica della cosa e ricomincia,nel mese di settembre dello stesso anno, a fare pressioni sull’allora assessore al Bilancio, Mario Moschetti, cui compete per mandato la questione correlata al Patrimonio. “No! quelli (i parcheggi ndr.) glieli facciamo comprare a lui – dice Palermo a Moschetti nel settembre 2011- eh! ascolta me…! Glieli facciamo riscattare e basta…”.

Secondo gli autori dell’informativa, Sottocasa verrà ricevuto dall’allora assessore, che lo farà al fine di “dargli le giuste indicazioni per la redazione dell’istanza di assegnazione dei parcheggi in corso di alienazione”.

Anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, “subiva – secondo gli inquirenti – delle pressioni per una positiva risoluzione delle vicende “Area Galli” e “parcheggi di via Trieste””. Tanto da “rassicurare” l’insistente Palermo “sull’esito delle decisioni amministrative al riguardo”: “Ah, per me va bene”, riferisce Brivio a Palermo a proposito dell’intenzione di vendere – a condizioni poi rivelatesi vantaggiose per l’acquirente – i parcheggi di via Trieste.

Teniamo d’occhio il calendario, perché le date sono importanti. È il 10 ottobre 2011 quando Palermo torna alla carica e al telefono chiede al sindaco di Lecco se “Quella la facciamo passare però sì?” -riferito alla cessione dei parcheggi- al quale Brivio replica “sì, sì, sì”, “io son d’accordo”. Nell’ottobre 2011 il “caso Parè” è già esploso e, come mostrato nei nostri precedenti contributiBrivio sa di che pasta (…) politica è fatto Ernesto Palermo, e delle sue frequentazioni.

E sa un’altra cosa. Sa che Ernesto Palermo si era rifiutato di raccogliere consensi per la nascitura “Forza Lecco” promossa da Michela Vittoria Brambilla “nel timore – si legge nell’informativa – di diventare inviso alla maggioranza comunale di centrosinistra e quindi di vedere compromesso l’esito delle decisioni amministrative a favore di Sottocasa Dario”. Il 25 ottobre, al telefono con Brivio, Palermo è chiarissimo: “Non gli ho passato un cazzo, neanche quello! No, no! Gliel’ho detto che… a prescindere il fatto che poi gliel’ho fatto pesare che può incidere sul discorso del compagno lì (Sottocasa, ndr)… tu mi hai capito? Che me la sono scalzata in questo modo nel senso… di villa Trieste, va! Di via Trieste, per farti capire! E’ il compagno della Ghezzi!”.

C’è un “discorso del compagno lì” cui Palermo tiene molto. Ma la sua è una premura costretta a subire uno stop alla fine del 2011, perché dalla maggioranza di governo è appena uscito Mario Moschetti, che si è dimesso da assessore al Bilancio in polemica con l’amministrazione (“Ritengo tuttavia che siano irrimediabilmente venute meno le condizioni soggettive ed oggettive della collaborazione” scriverà al Sindaco nella sua lettera di dimissioni). È un “vuoto” che “nuoce” a Ernesto Palermo. Il riferimento istituzionale cui Palermo punta muta: diviene perciò l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Rota. Avendo inteso l’antifona – e cioè che Palermo sia un soggetto “problematico” -, l’assessore non risponde alle pressanti chiamate di quest’ultimo ma raggiunge direttamente Sottocasa (“L’ho chiamata due o tre volte… non mi ha risposto, evidentemente ha paura a parlare per telefono… e ha chiamato te direttamente!” riconosce infatti Palermo a Sottocasa il 17 gennaio 2012).

Il giorno “giusto” è il 25 giugno 2012. Quel giorno al Consiglio comunale è prevista infatti l’approvazione del bilancio di previsione, unito al piano delle alienazioni immobiliari per l’anno 2013 del Comune di Lecco, all’interno del quale vi erano i parcheggi di via Trieste. Quelli che Sottocasa definirà poi “questi coglioni qui”, “questi della Lega” hanno presentato emendamenti contrari alla “linea Palermo”. Emendamenti che chi vuole favorire Sottocasa ha il dovere di respingere.

Ma Ernesto Palermo, pur frequentando le stanze e i fascicoli dell’amministrazione, non ha sufficiente competenza. Al punto che al momento del voto decisivo invia un sms al sindaco Brivio, che gli siede di fronte, poco distante, nel salone consiliare, e che recita: “Votiamo verde”. E Brivio risponde: “No e quello tuo amico se voti emendamento lo togli dal piano vendita !”.

Detto fatto, la seduta consiliare dura fino alla una e un quarto e il risultato è raggiunto. “Andato finito adesso” scrive via sms Palermo a Dario Sottocasa.

Ciò che indigna del comportamento del Sindaco della città di Lecco è – nella migliore delle ipotesi – l’indifferenza amministrativa che emerge da questa minima ma indicativa e specifica vicenda che abbiamo deciso di raccontare. Specie perché è ben consapevole di avere di fronte un personaggio … e discusso, del quale conosce – fin dall’estate 2011, dall’informativa atipica della Prefettura sugli interessi gravitanti intorno al Lido di Parè – alcune squalificanti frequentazioni (una su tutte, quella con Mario Trovato). E non c’è alcuna teoria del “complotto” che tenga ma solo comportamenti privi di … spessore civico, certamente al di fuori della portata di chiunque voglia sinceramente “osare” legalità e trasparenza.

Anche per questo motivo -e in forza degli sviluppi qui anticipati- ci auguriamo che la partecipazione alla nostra serata di mercoledì 7 maggio in sala Ticozzi su Metastasi sia grande e motivata.

Qui Lecco Libera