A VASSENA PREZIOSA STOLA
DEL PAPA SAN GIOVANNI PAOLO II DONATA A MONS. LUIGI PRANDI

OLIVETO LARIO – E’ custodita nella chiesa della frazione di Vassena a Oliveto la preziosa stola che Papa Giovanni Paolo II (ora santo) indossò nel 1996 nel corso della storica visita pastorale alla cattedrale di Como.

È monsignor Luigi Prandi – parroco di Vassena – a svelare questa notizia nella lettera che pubblichiamo in calce, dopo la canonizzazione del papa polacco. La stola gli venne regalata da monsignor Alessandro Maggiolini, a quel tempo vescovo di Como.

Ecco il racconto di monsignor Prandi, canonico della cattedrale di Como nativo di Maggiana sopra Mandello:

vassena monsGli episcopati succedutisi nei miei anni sacerdotali sono stati significativi; fra tutti l‘ Episcopato di sua Ecc. Mons. Alessandro Maggiolini a dir poco fu brillante (credo abbia giocato in questo la vicenda della mia carcerazione a pochi giorni dal suo ingresso in diocesi).

Una sera di novembre, con impegno segreto, mi annunciò la visita a Como del Santo Padre Giovanni Paolo II. Non feci parte del comitato organizzativo, mi venne affidata la preparazione dei parati liturgici (il camice fu donato dalla parrocchia di Capiago) unitamente ad un mio confratello tutt’ ora responsabile di una grossa comunità in Como.

stola vassenaLe disposizioni (misure, modelli, campionatura di tessuti) arrivavano da Roma da parte di Mons. Piero Marini allora maestro delle cerimonie liturgiche pontifice. I lavori conobbero tempi di consolazione e di sconforto (disegni e ricami si dovettero rifare due o più volte) non c‘ era il placet da Roma. La realizzazione venne affidata alle suore “Figlie di San Giuseppe” In Como; le parti più preziose ed impegnative alle monche “Romite ambrosiane” di Perego,( monastero dove sono a tutt’ oggi come a casa mia). Lavorammo sempre in gran silenzio: pure mia madre si domandava cos’ erano tutte quelle telefonate da Roma o quell’ andare in monastero così inusuale. Non mancarono discussioni, dissensi, difficoltà. Come il sole che posa sulla terra il primo raggio ed indugia l’ultimo ad ogni tramonto, arrivammo alla meta. Quel sabato sera (ne ero stato preavvisato) quando avvertì l’ elicottero arrivare rasente sopra Vassena, stavo celebrando Ecucarestia pre-festiva e, cosa inaudita per me quando sono nell’ Eucarestia, uscimmo tutti di Chiesa per un festoso commovente sventolio di fazzoletti. Commosso all’inverosimile: mi commuovo tutt’ ora; nella vita ci sono momenti nei quali si apre come mai la porta di casa, cioè la porta del cuore.
L‘ indomani scesi a Como. Cerimoniale impeccabile e devoto  anche se la pioggia vespertina e il furto della croce pettorale a sua Ecc. Mons. Giacomo Capuzzi  (allora vescovo di lodi), lasciarono un alone di turbamento. I donativi furono spediti a Roma. A mesi dalla visita, sua Ecc. Mons. Maggiolini, mi chiama, mi porta nella sua camera e apre un cassettone,dentro la stola e la Mitria di San Giovanni Paolo II: disse della stola preziosa: “ prendila e conservala magari un giorno…..”. Il giorno della santità è arrivato! La mitria tutt’ ora custodita in cattedrale.

La stola  non l ‘ ho mai indossata, la conservo con venerazione e rispetto sopratuttto ora e non intendo esporla ad alcuna pietà popolare  che, non ben educata, si limiti ad un toccare, baciare, o altro: neppure la passo ad altre parrocchie diocesane o ambrosiane che ne hanno fatto richiesta. Uniche eccezzioni per la venerazione: Mia madre agonizzante (già era avvenuta la beatificazione), le oranti monache romite, la mia gente di Vassena (semel in vita) in una di queste domeniche di gaudio pasquale. Abbiamo Cristo risorto Eucaristico. Il restante è circroscritto nel restante.

Mons. Luigi Prandi