DISABILI E LAVORO: DA LECCO
UN ESEMPIO POSITIVO

LECCO – Quant’disabili e lavoro (3)è difficile oggi trovare un lavoro? Quanto più lo sarà per un disabile? Eppure qualche segno di speranza c’è: il collocamento disabili è oggi in lieve crescita, sia se si parla a livello nazionale, con il potenziamento dei centri dell’impiego attraverso l’istituzione di un Agenzia Nazionale, sia a livello provinciale, dove Lecco si dimostra un’eccellenza italiana.
Queste le tematiche affrontate dal convegno “Disabili e mondo del lavoro: situazione e prospettive nella provincia di Lecco”, venerdì sera all’Istituito G. Parini di Lecco, organizzato da So.Le.Vol., l’associazione di secondo livello a cui aderiscono 150 associazioni lecchesi, che gestisce il Centro di Servizio Volontariato per la nostra provincia.

L’importanza di una collaborazione tra istituzioni e volontariato, nel nostro territorio più che mai attiva, è stata sottolineata dall’assessore al Lavoro, Antonio Conrater e dal presidente di So.Le.Vol Angelo Vertemati. Fra gli intervenuti anche Giovanni Leoni, presidente della Federazione Coordinamento Handicap di Lecco, esempio di rete che tratta temi trasversali nel mondo della disabilità.

disabili e lavoro 6Il contributo più significativo è però stato quello di Marino Bottà, responsabile del Servizio di Collocamento Disabili della Provincia di Lecco, il quale ha denunciato il silenzio assordante di associazioni di disabili e sindacati, di fronte ai continui attacchi che limitano l’efficacia della legge 68 del 2000, che dovrebbe garantire l’assunzione dei disabili nelle aziende, ma che oggi è stata gravemente mutilata, esonerando sempre più categorie di imprenditori da quest’obbligo.

Con grande onestà Bottà ha illustrato le difficoltà dell’inserimento lavorativo di un disabile: una delle conseguenze della crisi è quella di licenziare in primo luogo gli elementi meno produttivi, a questo si deve aggiungere la progressiva scomparsa di mansioni solitamente destinata a disabili, per delocalizzazione del lavoro o per automatizzazione (esempi sono le operazioni di data entry, in cui statisticamente le persone audiolese avevano migliori risultati dei normodotati). In un mercato del lavoro, che sta cambiando internamente ed estremamente, stanno nascendo però nuovi possibili sbocchi: le macchine a controllo numerico, ad esempio, stanno diventando sempre più numerose, costituendo un ottimo impiego per chi ha problemi uditivi. Tuttavia è necessario pretendere un’educazione al lavoro da chi si occupa di collocamento dei disabili, per indirizzare chi ha bisogno verso i nuovi lavori richiesti, partendo dalle basi (come sostenere un colloquio, come lavorare in gruppo ecc.).

disabili e lavoro (4)La provincia di Lecco in questo senso si dimostra estremamente aggiornata: con 1903 iscritti al Servizio di Collocamento, di cui 938 disponibili, nel 2013 ha contato 287 avviamenti al lavoro e 471 tirocini, per i quali, insieme alle borse lavoro, sono stati stanziati 942.000 euro, 498.000 come Provincia, 443.000 dalle aziende. E proprio queste ultime sono protagoniste di un dato record: l’88,8 % rispetta la legge 68.

Tra gli elementi di maggiore orgoglio c’è inoltre l’istituzione di un Servizio di Orientamento al lavoro, per sostenere i giovani disabili, con gravi difficoltà intellettive, nel passaggio da scuola a lavoro, e la formula dell’ ‘adozione’, realizzata in 201 casi nel corso dell’anno passato. Le adozioni permettono inserimenti lavorativi di persone altrimenti impossibilitate ad avere un contratto regolare: l’azienda ‘adotta’ il disabile, spesso persone con malattie mentali, che vengono impiegate in contesti locali legati alle passioni della persona (dall’oratorio, al meccanico, allo stadio ecc.). La quota versata dall’azienda viene poi divisa tra chi permette di lavorare al disabile e borsa lavoro per il dipendente stesso: un bell’esempio di solidarietà che speriamo possa essere esteso a livello nazionale.

Chiara Vassena