RAPPRESENTANTE RSU LICENZIATO ALLA FASSA BORTOLO: SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

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Gualtiero Bertaglia, il rappresentante sindacale in via di licenziamento

GALBIATE – Presidio questa mattina davanti allo stabimento di Galbiate della Fassa Bortolo per protestare contro l’esubero di un dipendente impegnato nella cava di Vaiolo Basso Gualtiero Bertaglia, da 10 anni lavoratore presso la ditta e rappresentante sindacale unitario per le  sigle Cgil, Cisl e Uil.

Un “fulmine a ciel sereno” che il dipendente non si aspettava minimamente.

Lo abbiamo intervistato davanti ai cancelli della fabbrica durante lo sciopero con presidio di questa mattina.

Che motivazioni le ha dato l’azienda? Crede possa entrare nella questione anche il suo impegno sindacale?
“Sono rimasto veramente sorpreso, il provvedimento è arrivato al mio rientro il primo aprile dopo un infortunio al ginocchio. Mi era stato chiesto di passare dall’uffcio prima di recarmi al lavoro e qui ho avuto l’amara sorpresa: mi è stata consegnata una lettera di esonero dal lavoro con intenzione al licenziamento”.

“L’azienda mi ha fornito spiegazioni di carattere economico e riorganizzativo, ma onestamente non ne vedo il motivo. Per quanto riguarda la mia attività sindacale ho sempre espresso correttamente le mio opionioni, anche criticamente (cita una riunione del 12 febbraio dove ha lamentato ritardi in alcune manutenzioni) ma non ho mai remato contro l’azienda. Ora sono preoccupato anche per i miei colleghi, oggi a me, domani…”.

Commenta così Giuseppe Cantatore, segretario generale Fillea Cgil: “Fassa Bortolo è un azienda con 800 dipendenti distribuiti in 12 attività produttive: una grande realtà produttiva quindi, che però non si può comportare con un’ottica da artigiano con queste operazioni unilaterali e senza considerare il sindacato. Già nel passato ci siamo resi disponibili con diversi strumenti, come la cassa integrazione, per andare incontro alle esigenze dell’azienda. Ora invece veniamo messi di fronte al fatto compiuto dopo questo che vediamo come un’ attaco nei confronti del mondo sindacale, andando a licenziare guardacaso il Rsu. Ci sono inoltre secondo noi anche dei vizi formali, in quanto l’azienda avrebbe dovuto chiedere il nostro nulla osta prima di procedere. Il 23 aprile andremo all’ispettorato del lavoro provinciale in quanto dopo questa vicenda si è attivata una procedura. Intanto noi chiediamo con forza il reintegro di Gualtiero”.

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Ignazio Verduzzi (Filca Cisl)

Critico anche Ignazio Verduzzi, segretario Filca Cisl di Lecco, Monza e Brianza:

“Non si può accettare questa logica unilaterale che porta  a licenziamenti per noi illegittimi. In più è stata fatto un incontro con l’azienda per parlare di alcune criticità lo scorso 12 febbraio, e non era stato nessun accenno a questa questione riorganizzativa che ha portato all’ esubero. Colgo l’occasione anche per parlare di un’altra questione che coinvolge sindacati e lavoratori di questa attività produttiva. Circa cinque anni fa è stata firmata un accordo tra azienda e lavoratori che prevedeva un premio di risultato al raggiungimento di determinati obiettivi, poi Fassa Bortolo ha delocalizzato parte della produzione nel Bresciano, e quindi lamenta un calo di produttività nell’area lecchese (quindi nessun premio per i lavoratori). Non si possono cambiare le carte in tavola mentre si sta ancora giocando, chiediamo che almeno una parte del premio venga consegnato ai lavoratori”.

Paolo Baruffaldi