LECCO – Durissimo il Comitato per l’acqua pubblica contro la gestione del patrimonio idrico della provincia di Lecco. Se n’è parlato questa mattina in un incontro con i media. Dopo la nostra anticipazione di qualche settimana fa, ecco la conferma: pronto un esposto alla Corte dei Conti, fatto di ben 27 schede con 48 documenti di atti pubblici allegati. Materiale che ripercorre la storia della gestione dell’acqua dal 2007 ai giorni nostri, seguendola nelle diverse sedi societarie e amministrative negli enti pubblici in cui è stata scritta. La richiesta è di valutare l’eventuale danno erariale provocato da tutta una serie di passaggi, affidamenti, costi, consulenze, operazioni societarie, pagamenti e quant’altro.
Un universo che ruota intorno alla risorsa idrica che ora il Comitato lecchese vuole venga indagato, per controllarne l’efficienza e per vedere se ci sono stati danni economici. Essendo l’acqua di proprietà pubblica ossia di tutti, il Comitato – fatto da cittadini – chiede se gl’interessi della cittadinanza siano o meno stati tutelati.
Molti sono i soggetti che hanno preso decisioni e determinato il destino dell’acqua lecchese: Provincia, Comuni, Lario Reti Holding, Idrolario, Idroservice, AAto e i loro rappresentanti.
Il Comitato richiede che la gestione dei beni pubblici sia esemplare. In tema. ad esempio, un quesito “scottante”, posto durante la conferenza di oggi a Lecco dalla coordinatrice provinciale Tiziana Rinaldi: “Bisogna sapere se sull’acqua pubblica i sindaci rispondono ai loro cittadini oppure agli ordini di partito”.
L’ANTICIPAZIONE DI LECCONEWS (FEBBRAIO 2014)
QUEI DUBBI SULL’AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE IDRICA. UN CASO PER LA CORTE DEI CONTI?