A CHIUSO IL SALUTO COMMOSSO
DEI COMPAGNI DI SCUOLA
DELLE SORELLINE ASSASSINATE

COMPAGNI TRAGEDIA CHIUSO (4)LECCO – Questa mattina i compagni di classe di Sidny, Keisi e Simona sono passati a salutarle un’ultima volta alla Casa del Pozzo, la struttura di Vercurago dove sono ospitate le tre salme. Prima i bambini delle elementari di Chiuso, e poi i ragazzi delle medie di Maggianico, si sono stretti in un abbraccio commosso attorno alle piccole bare bianche, in una stanza colorata dai tanti disegni e dai messaggi a loro dedicati. Anche all’esterno dell’edificio sono numerosi i cartelloni che ritraggono le tre giovani vittime, sui quali chiunque può scrivere una preghiera, un pensiero, un ricordo.

COMPAGNI TRAGEDIA CHIUSO (1)“I bambini dell’asilo con i disegni, quelli più grandi con frasi e foto, tra le tante testimonianze” dice don Angelo Cupini, direttore della Casa “le immagini più ricorrenti sono quelle del “riposo”, quasi a sottolineare la fatica e la sofferenza di una morte così orribile, e degli “angeli”, che rimandano all’innocenza ma anche, nel significato greco originario, a dei “messaggeri”. Mi chiedo qual è il messaggio dietro ad una tale tragedia? Si tratta di un dolore trasversale che colpisce tutti, prima di ogni appartenenza, musulmani, cristiani, albanesi e italiani. Il nostro compito adesso è accogliere tutti, come una famiglia. In particolare sono passate tante mamme che, invece di puntare con superficialità il dito per accusare, hanno riflettuto e si sono identificate, chiedendosi, e se succedesse a me?”.

E questo dubbio scuote i ragazzi, una professoressa ce lo conferma: “Sono molto turbati, questa tragedia ha minato le loro certezze. L’idea che una mamma possa arrivare a questo gesto li spaventa perché il male, per loro, poteva venire solo dall’esterno del nucleo familiare. Ora stiamo cercando di rassicurarli“.

ICOMPAGNI TRAGEDIA CHIUSO (5) compagni delle tre sorelline da lunedì sono seguiti da mediatori e psicologi, messi a disposizione dal Comune e dall’Asl. Ma il ruolo di educatore ora come ora è più che mai complesso: “E’ difficile essere un punto di riferimento per i ragazzi perché questa tragedia è inspiegabile anche per noi adulti” continua l’insegnante “Simona ha lasciato un vuoto nella nostra classe e il suo banco lo ricorda ogni giorno ai suoi compagni, tanto che stiamo pensando ad una sistemazione diversa per aiutarli a superare il lutto“.

Una delle mamme che accompagnano i ragazzi racconta: “
Per noi e per i nostri figli è stata una tragedia inattesa, la madre era una donna allegra e cordiale, che partecipava con entusiasmo alla vita scolastica. Sono senza parole”.

E l’invito di Don Angelo è proprio quello al silenzio e alla riflessione: “C’è bisogno di tempo per elaborare tutto, senza cedere a facili luoghi comuni che semplificherebbero la realtà, senza cercare a tutti i costi colpe nell’altro, ma senza per questo dimenticare, perché non siano tre morti vane”.

Chiara Vassena

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