PGT/”L’AMBIENTE SOPRAVVIVERÀ
A LABILI PRINCIPI ED ESTERNAZIONI GENERALGENERICHE?”

Egregio Direttore, sono un contribuente che vive da parecchi anni in
questa città e da alcuni decenni la frequenta. Durante la presentazione del
nuovo e sofferto PGT, ho saputo che è stato dedicato un incontro anche
all’ambiente e alla difesa del territorio ed essendomi documentato, non so
resistere dal dire la mia.

Dopo le esposizioni pubbliche, che dire. Oltre ad ammantare le proprie pie
intenzioni, definendole “un altro modello di sviluppo” c’è davvero poco che sia
degno di nota. Eppure il tempo c’è stato per almeno tentare di partorire
qualcosa di diverso e di meglio del classico e spellacchiato topolino. Di fatto
il piano scontenta tutti quelli che non sono di “quella” parte e insistono a
non farsi mettere le fette di salame sugli occhi, anche dal punto di vista
ambientale. L’obiettività è una gran dote. Il concetto che il territorio non
sia solo fonte di rendita e di reddito è, infatti, vecchio come il nostro mondo
che però è pieno di condomini e orrendi capannoni. Come del resto viene dal
secolo scorso la reiterata velleità di valorizzare la zona pedemontana, quale
area di potenziale soddisfacimento di non meglio precisati bisogni immateriali.
E via di seguito.
Parole, parole, parole!!

Apprezzabile, invece, la possibilità che ancora esiste per i rifugi di
montagna di incrementare del 20% della loro superficie, anche se il periodo non
è certo il più favorevole all’espansione di attività commerciali e turistiche,
soprattutto in quota. A dare dignità a questo stanco e sfilacciato documento,
non basta certo aggiungere che non è consentita la diminuzione o l’alterazione
della superficie boscata esistente, o  annunciare al popolo che sono  ammesse
attività agricole, coltivazioni e orti, se poi non si dice altrettanto
chiaramente come si intende sostenerle concretamente, favorendone lo sviluppo.
Non mancano, però le citazioni di maniera che, altrettanto genericamente,
pontificano in tema di valorizzazione e riqualificazione sotto il profilo
paesaggistico ambientale e della fruibilità, ecc. ecc. Così facendo non si
rischia niente ma si “produce” ancora meno. Praticamente, il nulla. E pensare
che ci stanno “lavorando” da quattro anni, durante i quali nulla si è mosso!!

Per dare un minimo di dignità alla situazione “ambientale” descritta, al
dunque, ci si augura che veleggiando verso la fine del suo primo e si spera
ultimo mandato, il sindaco, prenda coscienza della sua inadeguatezza al ruolo e
comunque prima di lasciare l’ufficio d’angolo al piano nobile di palazzo
Bovara, abbia uno scatto d’orgoglio e sappia quagliare le sue molte e
inconcludenti esternazioni, traducendole in qualche fatto concreto per la
città. La nostra città! Nessuna delle problematiche situazioni ereditate nel
2010, infatti, è stata risolta e nemmeno avviata a soluzione. E questo, se
possibile, è anche peggio.

Sono gli stessi problemi ambientali che assillano molte amministrazioni ma in
altri contesti qualche suo collega ha saputo “produrre” mentre lui è rimasto al
palo, vittima e ostaggio di quello che lui definisce il costruttivo confronto
con le componenti della sua composita e litigiosa maggioranza, che lo hanno
ridotto al più bieco immobilismo. A proposito della sua “squadra”: non è un
segreto che alcuni lo stiano già lasciando a metà del guado, soprattutto dopo
che ha annunciato la sua ricandidatura, ipotizzando una possibile e strategica
alleanza con i transfughi di Forza Italia preoccupatissimi, pure loro, di non
riuscire a montare sul vapore neppure questa volta. Finché qualcuno continuerà
a vivere di fantasie inseguendo patetici torpedoni lecchesi, affollati di
sottosegretari veri o presunti che siano, i problemi urbanistici e sociali
della città di Lecco resteranno irrisolti. Non passerà agli Annali ma proprio
il tempo di “Quaresima”!

Con un sindaco così in-decisionista e “schiavo” del burocratese che impera
negli uffici, nulla di personale, ma c’è da sperare che il nuovo primo
cittadino dal 2015 in avanti, sappia fare di meglio. Attualmente, in quanto a
managerialità, non ci si poteva attendere null’altro da chi indossando una
precedente casacca ha sostanzialmente passato gli anni a programmare altra aria
fritta e a “gestire” le ricorrenti crisi sentimentali di qualche attempata
segretaria, senza peraltro registrare risultati di rilievo neppure in questo
altrettanto delicato settore di intervento.

Lettera firmata