LA LETTERA/IL CASO DEL GIORNO:
NAVA, MARO’ E MARAGIA’

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la missiva ricevuta da Paolo Trezzi, dedicata alla vicenda che vede protagonista Daniele Nava con il suo “no” ad un film Bollywoodiano a Varenna. Come sempre ricordiamo che le opinioni dei nostri lettori non necessariamente coincidono con quelle della nostra redazione, ma invitiamo a leggere questa come tutte le lettere che di volta in volta vengono inviate a LeccoNews.LC.

TREZZI PAOLOIn un comunicato stampa (orridissimo) sul sito dell’Amministrazione Provinciale di Lecco, il Presidente Daniele Nava, non ancora restituito alla vita civile malgrado il lunghissimo periodo di leva presso la Caserma La Russa, nega – da par suo – l’utilizzo di Villa Monastero a Varenna ad una troupe cinematografica Indiana per la location di un loro film.

Per farlo descrive e si appella con commovente impeto retorico e pure a vanvera a quella triste vicenda dei due marò italiani che nelle acque vicino all’India, sembra, abbiano sparato, uccidendoli, a due pescatori locali.

Colpisce, nel racconto di Nava, quello che è forse il dato antropologico più significativo di questo genere di storie: la disperata, violenta complicità della politica a far confusione. A far di tutta l’erba un fascio. So che Nava apprezzerà, ma non è un complimento.

Ad estremo orrore giova opporre (per quel poco che serve) estremo e forse aspro rigore: nessuna società nella quale il concetto dei diritti e dei doveri individuali sia offuscato o peggio cancellato da un altro genere di vincolo, ivi compreso quello famigliare o nazionale, può sperare di diventare civile.

Regola dura da accettare: ma una vittima e un assassino sono prima di tutti cittadini, persone, poi figli, connazionali. E finché saranno prima figli (connazionali, commilitoni, soci, amici) e poi persone, cittadini, non c’è speranza di far vincere il diritto. Vinceranno ancora la tribù, la cosca, l’arbitrio familista, l’appartenenza politica o nazionale.

Un comunicato stampa, una prova di forza alla pari di un grissino e un tonno. Del resto, ce lo insegna proprio Nava con la autorità, con il suo decisionismo: chi si accontenta gode. E guai a sprecare, di questi tempi, anche la minima occasione di godimento.

L’Italia è entrata nel Terzo Millennio, Nava è ancora in attesa del Settecento.

Paolo Trezzi
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