IMPRENDITORI, LA SVIZZERA NON E’ TUTT’ORO. SALVEZZA DA BREVETTI
E INTERNAZIONALIZZAZIONE

TAVOLOERBA – Che sia il credito il  padre di tutti i mali per le imprese, beh non lo credono gl’imprenditori, piuttosto il problema più sentito pare essere la burocrazia che allunga o rende indefiniti i tempi tra la decisione di un investimento e la sua realizzazione. Una burocrazia che misura il tempo  con la clessidra, mentre gli scenari economici mondiali cambiano nel giro di una manciata di anni. Al Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si è sostituito, tra i paesi in forte crescita, il Mist (Messico, Indonesia, Sud Corea e Turchia).

Per conquistare un nuovo mercato serve almeno un anno, si può ben capire quali sono i tempi di reazione necessari alle imprese italiane per rimanere competitive.

Ecco quindi perché in ben 250 si sono catapultati a Chiasso in Svizzera quando la città ha organizzato un incontro illustrativo per attrarre in Ticino le aziende italiane lo scorso settembre. Non c’era solo la bassa imposizione fiscale a luccicare (a metà circa del  livello italiano, giunto al  68,3%), ma soprattutto i tempi di risposta dell’amministrazione rispetto ai progetti presentati. Trenta giorni, altrimenti vale il silenzio assenso. Peccato che di spazio per i capannoni a ridosso del confine non ce ne sia e tutto quello che gli svizzeri sono stati in grado di offrire erano appartamenti ristrutturati, lasciati liberi dalle banche. Gli affitti però erano dalle tre alle quattro volte superiori a quelli normalmente richiesti in Italia.

Lo ha rivelato il presidente di Unindustria Como, Francesco Verga, che ha aggiunto come nel suo territorio il 35% delle aziende va bene e sono quelle  che esportano e hanno seguito la via dell’internazionalizzazione; un altro 30% sta uscendo dalla crisi e il rimanente invece subisce il crollo della domanda interna.

L’incontro sulla competitività dell’imprenditoria lombarda è stato organizzato dall’associazione Rotary al Castello di Casiglio di Erba; partecipava anche il presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Ribolla, sicuramente ottimista sul futuro prossimo, certo che ormai la lunga crisi sia agli sgoccioli anche se la ripresa sarà lenta e a piccoli passi. Il presidente degli industriali lombardi ha ricordato quanto pesi la nostra regione nella formazione del Pil, in termini assoluti del tutto simile ad esempio a quello di una nazione come l’Austria.  Anzi ha descritto alcune leve ora vincenti come l’internazionalizzazione delle imprese e la capacità d’innovare. E su questa linea ha annunciato che gli industriali presenteranno alla Regione un progetto con pochi punti su cui ottenere MAGGI CASIGLIOsupporto tra i quali favorire i cluster, la capacità delle aziende di mettersi insieme e la formazione dei giovani.

Al tavolo dei relatori, Giovanni Maggi presidente di Confindustria Lecco ha sottolineato l’importanza nel tessuto produttivo delle medie industrie manufatturiere a gestione familiare. Centrale anche il fattore umano, le aziende internazionalizzate potrebbero essere attratte dalle competenze che trovano nei Paesi dove sono presenti, ecco che è quindi importante mantenere alta la professionalità dei nostri ragazzi.

All’incontro erano presenti oltre un centinaio di imprenditori appartenenti ai Rotary Club area lariana e lecchese, altri Rotary Club distretto 2042 ed esponenti di associazioni datoriali territoriali.

Nadia Alessi